Un’ottantina di banche appartenenti al gruppo BCC Iccrea (75 BCC, BCC Banca Iccrea, BCC Banca Impresa e Banca Medio Credito del Friuli-Venezia Giulia) sono tornate di nuovo protagoniste nel derisking cedendo due portafogli di sofferenze e UTP dal valore complessivo di circa 500 milioni di euro. Di questi, 390 milioni sono stati acquistati da AMCO mentre altri 105 milioni sono stati rilevati dal fondo UTP Italia, lanciato lo scorso novembre dalla terna Sagitta sgr, Intrum Italy e Zenith Service (si veda altro articolo di BeBeez). La finalizzazione dell’operazione è prevista entro il primo trimestre di quest’anno (si veda qui il comunicato stampa di AMCO e qui quello di Iccrea)
L’iniziativa è stata coordinata dalla capogruppo BCC Banca Iccrea – assistita dall’advisor Kpmg e dallo studio legale Orrick Herrington & Sutcliffe, che ha supportato le banche partecipanti nell’individuazione del perimetro dei crediti oggetto di cessione e gestito il processo competitivo che ha visto il coinvolgimento di una numerosa platea di primari investitori invitati.
Più nello specifico dell’operazione, il pacchetto di crediti rilevato da AMCO si compone per il 67% di NPL e per il restante 33% di UTP, in larga parte riferibili a pmi, sia secured di ammontare più rilevante, sia unsecured. A questa operazione va poi aggiunta appunto la vendita al fondo UTP Italia di un portafoglio granulare di poco più di 105 milioni di euro, rappresentato in larga parte da UTP riferibili soprattutto a famiglie e pmi.
Mauro Pastore, direttore generale di BCC Banca Iccrea, ha dichiarato: “L’operazione appena conclusa rappresenta un passaggio chiave nel percorso di derisking avviato con le BCC sin dalla costituzione del nostro Gruppo e porta la rischiosità degli attivi creditizi su livelli che oramai possiamo considerare non più problematici e di fatto allineati alle banche significative italiane, se si tiene conto anche dei prudenti presidi in termini di copertura a bilancio dei crediti deteriorati raggiunti a fine 2022. La strategia attivata nell’ultimo trimestre dello scorso anno di fatto anticipa gli obiettivi che ci eravamo dati nel piano NPE 2022-2024, dimostrando la capacità del gruppo di reagire, anche attraverso più articolate operazioni di derisking, di fronte al mutato contesto macroeconomico condizionato dal conflitto russo-ucraino e dall’andamento dell’inflazione che potrebbe portare tassi di decadimento peggiori rispetto alle previsioni dell’inizio dello scorso anno”.
Il vicedirettore generale di BCC Banca Icrea, Pietro Galbiati, ha aggiunto: “Abbiamo concluso un’operazione davvero innovativa per le nostre banche, sia per aver strutturato un articolato processo competitivo, sia per aver lavorato contemporaneamente per la prima volta alla dismissione di diverse asset class (UTP e sofferenze) attraverso differenti forme tecniche di cessione. Pur in presenza di uno scenario di possibile peggioramento del default rate derivante dalla situazione macroeconomica contingente, grazie alle competenze consolidatesi nella gestione e dismissione di asset creditizi siamo fiduciosi di poter mantenere nel tempo i nostri indicatori di rischio creditizio sui livelli storicamente bassi raggiunti grazie all’intenso lavoro portato avanti in questi anni e perseguire al meglio anche i più sfidanti obiettivi che il gruppo vorrà darsi per mantenere i livelli di npe ratio netti allineati ai competitor nazionali”.
Sempre nell’ambito del piano di derisking, ricordiamo che nel maggio 2022 BCC Banca Iccrea aveva concluso la sua sesta cartolarizzazione di crediti non performing (NPL) assistita da garanzia GACS, del valore di 650 milioni di euro e originata da 5.700 debitori. All’operazione avevano partecipato 71 banche, di cui 68 appartenenti al Gruppo BCC Iccrea (64 BCC, Banca Sviluppo, BCC Banca Iccrea, BCC Banca Impresa e Banca Medio Credito del Friuli Venezia Giulia) a cui si erano aggiunte Banca Valsabbina, Banca di Credito Popolare e Cassa di Risparmio di Asti (si veda altro articolo di BeBeez).
In precedenza, a dicembre 2021, 33 banche appartenenti al gruppo bancari aveva effettuato un’altra operazione simile a quella da poco realizzata con AMCO, cedendo oltre 250 milioni di euro di crediti deteriorati, per lo più UTP (si veda altro articolo di BeBeez).
E sempre nel dicembre 2021 Iccrea aveva annunciato la cartolarizzazione con GACS di un portafoglio di Npl del valore lordo di poco superiore a 1,3 miliardi di euro, originato da circa 7.000 debitori, strutturata da Iccrea Banca e JP Morgan. Del totale del portafoglio, circa 165 milioni di euro erano rappresentati da crediti relativi a contratti di leasing immobiliare non performing e dai relativi immobili, ceduti da Iccrea BancaImpresa, in quella che è stata la prima transazione in Italia con sottostante misto composto da crediti non performing e da contratti di leasing, strutturata per l’ottenimento della GACS (si veda altro articolo di BeBeez).
La capogruppo nel dicembre 2020 aveva strutturato un’altra cartolarizzazione di NPL assistita da GACS, sempre in tandem con JP Morgan, ma di importo superiore, circa 2,2 miliardi di euro essendo 90 le banche coinvolte, di cui 88 del Gruppo Iccrea. Era stata la più importante operazione di cartolarizzazione multi-cedente assistita dallo schema di garanzia dello Stato, nonché la prima che ha visto la presenza di una Real Estate Owned Company (ReoCo) ex art. 7.1 della Legge 130/99 (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Gruppo Iccrea aveva chiuso una precedente cartolarizzazione di NPL con GACS da 1,3 miliardi di euro lordi nel dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Il portafoglio cartolarizzato era composto da crediti erogati da 65 Bcc insieme a 3 banche del Gruppo Iccrea (Iccrea Banca, Iccrea Banca Impresa e Banca Sviluppo). Nel dicembre 2018, la banca aveva concluso per un nutrito gruppo di Bcc la cartolarizzazione di un altro portafoglio di NPL da 2 miliardi di euro lordi (si veda altro articolo di BeBeez). Una parte del portafoglio crediti cartolarizzato lo scorso gennaio è stato poi ceduto dal veicolo di cartolarizzazione BCC NPL2-2018 srl alla joint venture tra BCMGlobal, uno dei principali operatori europei indipendenti della gestione crediti (parte del gruppo australiano Link Group), la svedese Albatris, guidata dall’ex ad di Quaestio, Paolo Petrignani, e la statunitense Three Line Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo infine che a luglio 2018 la banca aveva cartolarizzato un portafoglio da un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Entrambe le operazioni del 2018 si erano configurate come operazioni multi-originator e multi-tranche con ricorso alla GACS per le tranche senior.