Intesa Sanpaolo ha cartolarizzato lo scorso aprile NPL secured e unsecured a bilancio per 3,9 miliardi di euro (900 milioni di euro netti), che sono stati ceduti al veicolo Organa spv srl. L’operazione è descritta nella Relazione sulla trimestrale al 31 marzo del gruppo, pubblicata venerdì 6 maggio (si veda qui anche la presentazione agli analisti).
Nel dettaglio, Organa spv srl ha emesso asset backed securities a fronte di un collateral rappresentato da ben 8,5 miliardi di euro di NPL lordi, come si legge nei comunicati delle agenzie di rating DBRS Ratings, Moody’s e Scope Ratings, che alla tranche senior Classe A da 970 milioni, per la quale è stata chiesta la GACS, hanno assegnato, rispettivamente, il rating BBB, Baa2 e BBB. Organa ha anche emesso una tranche mezzanine da 130 milioni e una tranche junior da 15 milioni, entrambe senza rating. Special servicer della cartolarizzazione è stata nominata Intrum Italy, mentre master servicer è Banca Finanziaria Internazionale (si veda qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale).
L’operazione arriva a pochi mesi dalla precedente cartoalrizzazione con GACS di un portafoglio di NPL da 2 miliardi di euro lordi, prevalentemente ipotecari, ceduto a fine 2021 al veicolo di cartolarizzazione Grogu spv srl, insieme a un portafoglio da 1,1 miliardi ceduto da BPER Banca (si veda altro articolo di BeBeez).
Considerando ora anche l’operazione Organa spv, lo stock dei crediti deteriorati lordi in portafoglio a Intesa Sanpaolo allo scorso 31 marzo sarebbe sceso a 9,6 miliardi di euro (14,4 miliardi senza considerare l’operazione) dai 15,2 miliardi di euro a fine 2021. In particolare, l’NPE ratio lordo sarebbe sceso al 2% (3% senza considerare l’operazione) dal 3,2% a fine 2021.
Ricordiamo che obiettivo di Intesa Sanpaolo è quello di diventare una banca a “zero Npl”, così come annunciato lo scorso febbraio, in occasione della presentazione dei conti del 2021 e del piano industriale 2022-2025 (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare tra gli obiettivi dell’istituto di credito ci sono crediti deteriorati ridotti nel 2025 a 9,3 miliardi di euro lordi (da 15,2 miliardi a fine 2021) e a 4,6 miliardi netti (da 7,1 miliardi), con incidenza dei crediti deteriorati sui crediti totali in diminuzione nel 2025 all’1,6% lordo dal 2,4% nel 2021 e allo 0,8%netto dall’1,2% nel 2021. Obiettivi, quindi, che si avvicinano a grandi passi dopo quest’ultima operazione di cessione.