
Raggiungerà un turnover di erogato di 200 milioni di euro quest’anno Clessidra Factoring spa, la ex Compagnia Europea Factoring Industriale (Coefi), acquisita lo scorso novembre 2020 dal gruppo Clessidra (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha detto ieri a BeBeez l’amministratore delegato Gabriele Piccini (ex country head di Unicredit), a margine della cerimonia di inaugurazione del nuovo headquarter padovano della società (si veda qui il comunicato stampa).
Piccini ha sottolineato anche che “il budget per il 2021 era di soli 160 milioni di euro e il turnover del 2020 era stato invece di 40 milioni. Visto il ritmo di crescita, la società è quindi sulla buona strada non solo per raggiungere l’obiettivo previsto dal piano industriale dei 750 milioni di euro di turnover a fine 2024, ma anche di superarlo. Per il momento, però, l’obiettivo resta quello già fissato”.
Nel giro di soli nove mesi, ha detto ancora Piccini, “abbiamo superato gli obiettivi annuali previsti nel piano industriale 2021-2024, in tutti i principali indicatori, in particolare per quanto riguarda la dimensione dei cedenti e il numero di impieghi e turnover. In questo contesto, registriamo poi una qualità del rischio eccellente, con una pressoché totale assenza di crediti scaduti, grazie alla diversificazione dei debitori ceduti, i quali sono per la quasi totalità coperti da primaria compagnia d’assicurazioni”. Lo scaduto oltre 30 giorni è infatti oggi inferiore allo 0,5%.
Clessidra Factoring è specializzata nel finanziamento del capitale circolante verso aziende con piani di ristrutturazione in corso e di pmi italiane con buone prospettive industriali ma difficoltà di accesso al credito bancario per aspetti dimensionali non ottimali e/o con rating basso o senza rating.
La veloce crescita della società, ha detto ancora Piccini, si spiega con il fatto che “in questi mesi abbiamo siglato una serie di partnership con tutti i principali operatori nel settore dei distressed asset corporate, quindi servicer e società di consulenza”. Soggetti come Prelios, AMCO, Do Value, Italfondiario, EY, Kpmg, per intenderci. Senza ovviamente dimenticare che il gruppo Clessidra ha a sua volta in casa un investitore specializzato nel settore, che è il Clessidra Restructuring Fund, della cui gestione è responsabile (insieme a Giovanni Bossi) proprio Federico Ghizzoni, che il presidente di Clessidra Factoring oltre a essere vicepresidente esecutivo di Clessidra sgr e presidente di Clessidra Capital Credit sgr (si veda altro articolo di BeBeez). Ma nella realtà, ha detto ancora Piccini, “sebbene l’attività con società che si trovano nelle cosiddette special situation rappresenti la quota principale della nostra esposizione, per circa il 55% del totale, il restante 45% è verso pmi in bonis, che però soprattutto in questo periodo trovano difficoltà di accesso al credito dalle banche tradizionali, che spesso non hanno più spazio per nuove linee di credito su questo segmento di clientela”.
Quanto al funding, ha detto ancora Piccini, “ci supportano le banche, che non ci vedono come competitor, ma anzi come soggetti che lavorano in un’area dove gli istituti tradizionali tendono a non essere presenti. Sinora dalle banche abbiamo raccolto circa 100 milioni”. E poi, certo, c’è il supporto dell’azionista. Il gruppo Clessidra, che fa capo alla Italmobiliare, la holding quotata a Piazza Affari della famiglia Pesenti, ha già sottoscritto un primo aumento di capitale da 4 milioni di euro in Clessidra Factoring e ne sottoscriverà un altro da 3 milioni a breve.
Dopo il primo anno di lancio, la crescita di Clessidra Factoring proseguirà con un ulteriore potenziamento
della struttura commerciale, attraverso specifiche campagne di recruiting già previste per il 2022, oltre che con accordi con reti di mediatori creditizi, ma anche con un percorso di innovazione tecnologica che porterà al lancio, nei primi mesi del prossimo anno, di nuove piattaforme dedicate. Attraverso processi automatizzati, queste piattaforme semplificheranno sempre di più la relazione con la clientela vecchia e nuova, andando a rafforzare ulteriormente un’infrastruttura tecnologica già oggi all’avanguardia per automazione di tutti i processi e controllo dei rischi operativi.
Clessidra aveva rilevato Coefi da Archeide Discounted Receveibles Opportunities Fund sarl, comparto della sicav lussemburghese Archeide, dedicato a supportare le pmi in sofferenza, che controllava l’88,59% del capitale, e dal socio di minoranza Intermedia spa, una società di consulenza specializzata in factoring, garanzia e gestione del credito con sede a Castelfranco Veneto (Treviso), così come la stessa Coefi.
Archeide Idrof aveva fondato Coefi nel 2012 e in soli 8 anni Coefi, da startup in fase iniziale ha acquisito l’iscrizione all’Albo degli Intermediari Finanziari ex art. 106 TUB ed è divenuta un operatore di rilievo nel segmento pmi. Coefi aveva chiuso il 2019 con un turnover di 59 milioni di euro (+27,4% dai 46,3 milioni del 2018), di cui il 40% in Veneto, e un margine di intermediazione di 1,9 milioni (da 1,7 milioni) (si veda qui il bilancio 2019).