Generalfinance, intermediario finanziario specializzato nel factoring soprattutto per le imprese in tensione finanziaria, ha chiuso il 2021 con un balzo del 77% dell’utile netto a quota 9,5 milioni di euro e un patrimonio netto di 32 milioni, rispetto ai 22,6 milioni di fine 2020 (si veda qui il comunicato stampa). Il margine di intermediazione ammonta a 23,9 milioni (+39% rispetto allo stesso periodo del 2020), mentre il margine di interesse si è attestato a 6,2 milioni circa, in aumento del 52% rispetto al 2020. Le commissioni nette pari a 17,7 milioni, sono cresciute del 35%.
La dinamica di questi due aggregati risente dell’evoluzione particolarmente positiva del turnover, pari a 1,4 miliardi (+84% anno su anno). e dell’erogato, a 1,118 miliardi, in crescita di addirittura il 99%. Ricordiamo che nel primo semestre del 2021 il turnover di Generalfinance era già salito di ben il 70% rispetto al primo semestre 2020 a quota 545 milioni di euro con 432 milioni di erogato (+91%) (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2020 la società aveva invece registrato un aumento del turnover del 29% a quota 761 milioni di euro a fronte di 561 milioni di crediti erogati (+26%, si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto ai costi operativi, nel 2021 sono saliti del 17% a 9,8 milioni, includendo peraltro una componente straordinaria (circa 0,5 milioni) legata alla chiusura nell’anno di un contenzioso; il cost/income ratio è stato di circa il 41%, rispetto al 49% del 2020. Il tutto con un NPE ratio che si è attestato allo 0,2%, in miglioramento rispetto allo 0,6% del 2020, nonostante la nuova definizione di default sia entrata in vigore il primo gennaio 2021 per tutti gli intermediari finanziari, che ha reso più stringente la classificazione delle esposizioni scadute e Utp. La copertura delle partite deteriorate (50%) è in aumento rispetto al dato di fine 2020 (35%).
I crediti verso la clientela hanno toccato i 321 milioni, quasi raddoppiando il dato 2020, 177 milioni, mentre il totale dell’attivo è pari a 365 milioni. Le esposizioni nella forma tecnica del factoring pro-solvendo rappresentano il 96% del totale dei crediti lordi. Il Total Capital Ratio è pari al 13,7% (a fronte di un minimo regolamentare dell’8%), in forte aumento rispetto all’8,6% del 2020, anche grazie al collocamento di due bond subordinati Tier 2 per complessivi 12,5 milioni, di cui uno da 5 milioni a settembre (si veda altro articolo di BeBeez), e il successivo, 7,5 milioni, a ottobre (si veda altro articolo di BeBeez) . Il CET ratio è pari a 9,35%. Con questi risultati, Generalfinance ha battuto gli obiettivi del piano industriale 2021, ormai superato dai fatti.
Ricordiamo infine che lo scorso dicembre Generalfinance ha lanciato il suo primo programma di cartolarizzazione di crediti commerciali nell’ambito del quale cederà pro-soluto, su base rotativa, portafogli di crediti commerciali performing originati nell’esercizio della propria attività. Il programma prevede che Generalfinance ceda i crediti alla società veicolo General SPV srl fino a un ammontare massimo di nominali 295 milioni in tre anni (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, Generalfinance aveva concluso la prima emissione da 15 milioni di euro lo scorso luglio (si veda altro articolo di BeBeez) del programma triennale di cambiali finanziarie (Euro Commercial Paper Programme), che era stato lanciato a fine maggio, per un massimo di 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance, ha commentato: “Nel 2021 Generalfinance ha messo a segno un’ottima performance reddituale. Il ROE è pari al 42%, a conferma dell’elevata redditività e della solidità del nostro modello di business. Nell’anno passato abbiamo registrato una forte accelerazione della dinamica del flusso di erogazioni, pari a oltre 1,1 miliardi di euro, con un +99% rispetto al 2020. Questo dato evidenzia la nostra capacità di crescere in un contesto di carenza di liquidità per le imprese, combinata al target di clientela che ancora fatica ad accedere al credito bancario che si concentra su controparti a basso rischio o su finanziamenti a medio-lungo termine garantiti dallo Stato. Prevediamo di crescere ulteriormente nei prossimi mesi, concentrando tutti i nostri sforzi nel migliorare i servizi dedicati alla nostra clientela e a tutti i soggetti (advisor, studi legali, fondi, ecc.) con cui da anni proficuamente collaboriamo”.
Gianolli controlla la capogruppo Gruppo General Holding srl (GGH), che detiene circa il 53% del capitale di Generalfinance, mentre Credito Valtellinese (CreVal) detiene il resto del capitale. CreVal aveva rilevato il 46,81% della società nel giugno 2017, acquistandola dalla stessa GGH (si veda altro articolo di BeBeez). Generalfinance nel marzo 2020 aveva comunicato l’intenzione di valorizzare la società tramite cessione o quotazione in Borsa, in linea anche con quanto previsto dagli accordi parasociali in essere tra GGH e Credito Valtellinese (si veda altro articolo di BeBeez). Nel frattempo l’opzione della quotazione è quella che è prevalsa. E da qualche mese si parla di un possibile sbarco a Piazza Affari questa primavera. Il processo si svolgerà ovviamente d’intesa con il Crédit Agricole che, a seguito della recente opa su Creval, ha ereditato il 47% delle azioni di General Finance.