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Continua a crescere il peso degli add-on sul numero totale delle operazioni di private equity e venture capital condotte su aziende italiane non quotate. Rispetto al totale delle operazioni, aumenta cioé in maniera costante il numero delle acquisizioni di aziende italiane effettuate da società a loro volta partecipate o controllate da investitori finanziari in senso lato e quindi non solo i classici fondi di private equity, ma anche club deal di investitori privati e Spac.
Lo aveva già segnalato BeBeez nel suo ultimo Report sui primi 6 mesi di Private Equity 2021, pubblicato a inizio luglio e nel Report sui primi 8 mesi di venture capital 2021, (entrambi disponibili per gli abbonati di BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Ora un’analisi più ampia sui dati di BeBeez Private Data, che compatta l’attività delle aziende in portafoglio agli investitori di private equity, va più nel dettaglio e conferma che si tratta di un trend consolidato, partito almeno sette anni fa.
Ricordiamo che sono esclusi dal campione considerato le operazioni e gli investitori in venture capital, quindi anche i business angel, e gli equity crowdfunding. Sono altresì escluse dalla ricerca le operazioni di m&a puro, ossia le acquisizioni di aziende da parte di investitori industriali o comunque non finanziari.
Fatta questa premessa l’analisi, sintetizzata dal grafico in pagina, evidenzia infatti per il 2021 una realtà profondamente diversa rispetto al 2014, anno di inizio dell’indagine, in cui l’add-on era un evento praticamente episodico, non più di 7 operazioni su un totale di 99. Sei anni dopo, il quadro è cambiato in modo considerevole. Lo scorso anno sono state concluse ben 115 operazioni di add-on di private equity su 297 operazioni, ciò che significa una percentuale che sfiora il 40%. Trend che pare sostanzialmente confermato nel 2021: nei nove mesi da gennaio a settembre si sono contate 93 operazioni di add-on su un totale di 258 (36%).
E’ interessante notare che è anche molto aumentato il range di ricavi delle aziende oggetto di add-on. Complessivamente, nel 2014 si andava da 4 a 73 milioni di euro, per una media di 24,7 milioni di euro. Nel 2020, con una media molto simile, 26,2 milioni, invece si va dai 733 milioni (nel 2019) del colosso fintech Sia, acquisita da Nexi (partecipata da Clessidra, Bain e Advent, si veda altro articolo di BeBeez) ai 500 mila euro (sempre nel 2019) del broker assicurativo Life & Wealth (si veda altro articolo di BeBeez) che First Advisory, controllato da Riello Investimenti sgr, ha acquisito dal fondatore .
Sta quindi acquisendo sempre maggior importanza sul mercato italiano del private equity la strategia “buy & build”, e non solo per l’ovvia motivazione che essa accresce in modo significativo il valore dell’azienda in portafoglio a un fondo in tempi relativamente brevi rispetto a una strategia basata esclusivamente sulla crescita per linee interne. In realtà l’add-on è appetibile anche per l’enità venditrice, sia essa un gruppo industriale o un investitore finanziario. Questo perché un’azienda già strutturata è in grado di estrarre facilmente delle sinergie dalla società acquisita, spesso attiva nello stesso comparto, e questo consente all’acquirente di pagare, e al venditore di incassare, cifre relativamente più alte rispetto a quelle ottenibili in un normale deal su un’azienda stand-alone.
Una disamina, condotta sempre su BeBeez Private Data, di alcune operazioni avvenute negli anni recenti evidenzia che spesso i venditori riescono a ottenere multipli EV/Ebitda a doppia cifra. E’ per esempio il caso di Medipass, azienda che sviluppa sistemi di diagnostica avanzata per immagini applicati nell’oncologia, ceduta nel settembre 2020 dal gruppo Kos alla Inframedica, controllata dal fondo DWS, a un multiplo di 12,2 volte l’ebitda 2019. O ancora, il caso della Telemar, società che fornisce servizi di telecomunicazioni marittime, ceduta nel novembre 2016 dal fondatore e dalla D’Amico Società di Navigazione al gruppo novegese Marlink, controllato da Apax France, per circa 10 volte l’ebitda 2015. Un ulteriore esempio è TowerTel, ceduta a fine 2020 dalla società di gestione di torri di trasmissione EI Towers, controllata dal Terzo Fondo di F2i sgr, a Phoneix Tower Intl, controllata dal private equity Usa Blackstone, per una cifra, 500 milioni di euro, equivalente a 12,7 volte l’ebitda 2019.
Tuttavia anche le startup stanno crescendo e man mano che diventano scaleup iniziano la loro attività di m&a. Inoltre comincia a manifestarsi una commistione tra private equity e venture capital, visto che, come fattore di accelerazione di investimenti tecnici e di crescita, varie società strutturate, partecipate o controllate da private equity, stanno comprando startup. In questo ambito è il settore del fintech a tenere banco, con Teamsystem (controllata dal fondo Hellmann & Friedman) in prima linea, ma che vede attivi anche grandi gruppi informatici come Seco, quotata a Piazza Affari e controllata dal Fondo Italiano d’Investimento, protagonista di numerose acquisizioni negli ultimi 12 mesi. Tuttavia sono anche numerose le aziende che fatturano tra i 20 e i 40 milioni, a dimostrazione che la strategia buy & build ormai coinvolge praticamente tutte le fasce dimensionali delle aziende target.