![](https://bebeez.it/wp-content/uploads/2022/10/grattacielo-intesa-sanpaolo-300x200.jpg)
Intesa Sanpaolo Innovation Center e la controllata Neva sgr, la società di gestione di fondi di venture capital, entrambe parti dell’omonimo gruppo bancario, hanno ufficialmente lanciato il fondo riservato SEI – Sviluppo Ecosistemi di Innovazione (si veda qui il comunicato stampa).
La notizia era attesa, visto che un primo annuncio del varo del nuovo veiccolo era stato fatto a metà settembre da Maurizio Montagnese, presidente dell’Innovation Center, in occasione di un evento organizzato a Torino presso le Officine Grandi Riparazioni a cui hanno partecipato oltre 500 venture capitalist, investitori istituzionali, clienti privati, esperti, imprenditori e startup italiani e internazionali. (si veda altro articolo di BeBeez).
Riservato a investitori qualificati e con una dotazione iniziale di 15 milioni di euro totalmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo Innovation Center, su un hard cap di 50 milioni, SEI è un fondo di fondi che investirà in veicoli gestiti da soggetti terzi – incubatori, acceleratori, startup studios, holding di partecipazioni – il cui obiettivo sia l’attuazione di programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di startup italiane.
Lo studio legale associato Gitti and Partners ha assistito Neva sgr spa in tutti gli aspetti relativi alla costituzione e al lancio del fondo, ivi incluse le attività. funzionali al primo closing.
Il primo investimento, da 2,5 milioni di euro, è stato in Tech4Planet, il polo nazionale di trasferimento tecnologico per la sostenibilità nato lo scorso anno su iniziativa di Cdp Venture Capital sgr insieme al Politecnico di Milano e con il coinvolgimento dei Politecnici di Bari e Torino (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che lo scorso 5 ottobre, come anticipato da BeBeez, in occasione del Tech Transfer Day tenuto presso l’Aula Magna Carlo de Carli del Politecnico di Milano, il ceo di Cdp Venture Capital sgr, Enrico Resmini, aveva annunciato che Tech4Planet, che sinora ha raccolto 65 miliioni di euro (come anticipato a BeBeez da Claudia Pingue, responsabile del fondo Technology Transfer di CDP Venture Capital sgr, si veda altro articolo di BeBeez) e il Fondo Europeo er gli Investimenti che ha stretto un accoro di coinvestimento per 130 milioni di euro, avevano insieme già raggiunto una potenza di fuoco prossima ai 200 milioni di euro da investire nel trasferimento tecnologico in Italia.
I 65 milioni di Tech4Planet sono così suddivisi: 55 milioni di euro sono stati stanziati dalla stessa CDP Venture Capital sgr ai quali vanno aggiunti gli investimenti di istituzioni e player del settore energetico come Fondazione Politecnico di Milano, A2A e Iren, oltre a Joule, la scuola di Eni per l’impresa, che è coinvolta in qualità di corporate partner, portando quindi la raccolta appunto a 65 milioni, cui adesso si aggiungono i 2,5 milioni del nuovo fondo del gruppo Intesa Sanpaolo.
Tutte risorse che saranno in parte destinate a investimenti diretti in startup nate dalla ricerca e in parte indirizzate al finanziamento di gestori di venture capital specializzati in tecnologie di frontiera strategiche per la transizione ecologica. La strategia è volta a favorire l’accesso al mercato e la crescita di nuove imprese concepite all’interno dei laboratori di ricerca italiani nei settori dell’energia, dell’economia circolare, della manifattura sostenibile e della gestione delle risorse idriche.
“Per loro natura i fondi finora promossi e amministrati dalla nostra controllata Neva SGR non possono allocare il capitale dei sottoscrittori in realtà poco mature, come possono essere le startup che nascono e muovono i primi passi nelle università, nei politecnici e nei centri di ricerca”, ha spiegato Montagnese, aggiungendo che il Fondo SEI invece è “completamente dedicato ai veicoli che a loro volta investono in programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di startup promettenti”.
Quanto a Neva sgr, ricordiamo che lo scorso settembre si sono siglati un nuovo investimento oltre al closing definitivo della raccolta per il fondo Neva First di Neva sgr, dedicata all’innovazione, che ha così avviato la raccolta di un nuovo fondo e prepara il lancio di ulteriore veicolo nel 2024 (si veda altro articolo di BeBeez).
“Per Intesa Sanpaolo, che gestisce risparmio per circa 1.200 miliardi di euro, mettere a disposizione degli operatori di wealth management, una modalità di investimento più remunerativa è un obiettivo che ha valore di per sé, in quanto promette una migliore remunerazione dei risparmi” aveva dichiarato lo scorso settembre sempre in occasione dell’evento torinese il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro (si veda qui il comunicato stampa).
Nel dettaglio, l’sgr ha annunciato di aver condotto, attraverso il fondo Neva First, un investimento in Tr1X, società biotech statunitense fondata dall’italiana Maria Grazia Roncarolo, una delle massime esperte mondiali di terapia cellulare e genica, oggi docente alla Standford University (si veda qui il comunicato stampa).
Neva sgr ha anche annunciato la chiusura, a quota 250 milioni di euro, della raccolta dello stesso fondo Neva First, dedicato agli investimenti in aziende altamente innovative in tutto il mondo (si veda qui il comunicato stampa). Ricordiamo che il fondo aveva annunciato il secondo closing a 180 milioni di euro nel novembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo una prima chiusura a 150 milioni nel gennaio 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), che aveva visto un impegno di 50 milioni sottoscritto da quattro fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo, Cariparo, Carifirenze, Carilucca) e altri 100 milioni che sono stati messi a disposizione dalla stessa Intesa Sanpaolo. Per terminare la raccolta del fondo l’sgr si è poi rivolta anche alla clientela qualificata di Intesa Sanpaolo Private Banking, cui cui ha stretto un accordo nell’agosto 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). A regime, saranno circa 80 milioni saranno investiti in Italia (30% della raccolta) e 170 milioni all’estero (70%), soprattutto in aziende israeliane e statunitensi.
Sinora Neva First ha giù investito in 26 società per un totale allocato di circa 150 milioni di euro. Gli ultimi investimenti prima di quello in Tr1X, risalgono allo scorso luglio e hanno riguardato due società israeliane innovative, Cyberint e Coro, entrambe operative nella Cybersecurity (si veda altro articolo di BeBeez). Considerando anche quei due investimenti, dallo scorso gennaio Neva First ha investito in Israele oltre 20 milioni di euro. Il fondo ha infatti investito anche in vFunction, che ha creato la prima e unica soluzione che trasforma automaticamente e rapidamente applicazioni monolitiche in microservizi su larga scala; in Classiq, che tramite un proprio algoritmo è in grado di agevolare la scrittura e ottimizzare quantum circuits anche molto complessi indipendentemente dal tipo di hardware utilizzato (si veda altro articolo di BeBeez); e in Seed-X, che ha realizzato una tecnologia basata sull’intelligenza artificiale che combina computervision e deep learning al fine di migliorare sicurezza e sostenibilità delle colture di graminacee. Agli investimenti diretti in startup si aggiungono quelli in fondi funzionali al deal flow quali Rocket Internet Capital Partners I & II, Techstars e Endeavor Catalyst III.
Ricordiamo poi che nel dicembre 2021 Neva sgr ha anche lanciato il nuovo fondo Neva First Italia, interamente dedicato al mercato italiano e sottoscritto al 100% dal fondo di fondi FoF VenturItaly e dal fondo di co-investimento del MISE, interamente gestiti da Cdp Venture Capital sgr (si veda altro articolo di BeBeez). L’obiettivo è investire in società italiane ad alto contenuto tecnologico, deeptech e fintech, in fase di decisa crescita ed espansione.