Scalapay, scaleup fintech milanese, che ha sviluppato una soluzione di pagamento per terze parti che consente ai clienti, online e offline, di acquistare subito e pagare dopo (Buy Now Pay Later o BNPL) senza interessi, in tre rate, ha chiuso un nuovo mega-round di investimento da 497 milioni di dollari, che la porta così a valere oltre un miliardo di dollari e quindi a entrare nella lista degli unicorni (si veda qui il comunicato stampa). Il round è stato guidato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global e Fasanara Capital (già investitori in round precedenti), Gangwal, Moore Capital e Deimos.
La scaleup soltanto lo scorso settembre 2021 aveva raccolto 155 milioni di dollari, sulla base di una valutazione di 700 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez), in un round guidato da Tiger Global e a cui aveva partecipato anche Woodson Capital, oltre agli investitori del round di gennaio 2021 da 48 milioni di dollari, Baleen Capital, Fasanara Capital e il family office italiano Ithaca Investments (che nel settore fintech in Italia ha già investito in Fido, Yapily e Soldo) (si veda altro articolo di BeBeez).
La società ha raccolto fino a oggi oltre 700 milioni di dollari di finanziamenti. Dal suo round di serie A di settembre, Scalapay ha aumentato il volume dei pagamenti tre volte di mese in mese.
Fondata nel 2019 da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, affiancati da Raffaele Terrone, Mirco Mattevi e Daniele Tessari, la società segue le orme dell’unicorno svedese Klarna, che, fondata nel 2005, ha portato in auge il modello BNPL, acquisendo in particolare nel 2020 l’italiana Moneymour specializzata in servizi di rateizzazione di acquisti online (si veda altro articolo di BeBeez).
“Con le rate senza interessi, abbiamo trasformato una delle parti più frustranti dell’esperienza di acquisto, il pagamento, in qualcosa di piacevole”, ha commentato Simone Mancini, co-fondatore e ceo di Scalapay, che ha aggiunto:”Ora, con Magic, stiamo facendo un ulteriore passo avanti e aiutiamo i commercianti europei a trasformare la loro intera esperienza di checkout, sfruttare un’ampia rete di acquirenti e offrire esperienze di acquisto simili a quelle ripetute che generano aumenti significativi delle conversioni”.
Dal lancio, Scalapay ha esteso i suoi servizi in Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Finlandia, Belgio, Olanda e Austria e il team ha raggiunto le 150 persone. Scalapay vanta già oltre 3.000 commercianti partner, tra quali Decathlon, Calzedonia, Alberta Ferretti, Intimissimi, Liu Jo, Luisa Spagnoli, Moschino, MSGM, Twinset, Bata, Aosom e Bricobravo, Samsonite, Nike e Pandora.
Scalapay è soltanto l’ultima di una serie di scaleup di matrice italiana a raccogliere centinaia di milioni di dollari dai venture capital internazionali e a entrare nell’olimpo degli unicorni, ma è nella realtà l’unica scaleup davvero italiana che ha ottenuto un risultato di questo tipo, visto che le altre scaleup unicorni sono state sì fondate da italiani, ma hanno sede all’estero (parliamo di Sysdig, TrueLayer, Kong). C’è poi il caso ibrido di Depop, l’applicazione mobile utilizzata dagli appassionati di acquisti e vendite di moda e accessori online, nata in Italia nel 2011 da un’idea di Simon Beckerman e sviluppata nella sede dell’italianissima H-Farm, ceduta lo scorso anno a Etsy, il marketplace americano quotato al Nasdaq, per 1,625 miliardi di dollari.