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Con 3,5 miliardi di euro di dotazione aggiuntiva in arrivo, oltre agli attuali 1,8 miliardi attualmente in gestione, CDP Venture Capital sgr si prepara ad accelerare ulteriormente la crescita del settore del venture capital in Italia e si aspetta di innescare un volano che coinvolga anche investitori terzi, e soprattutto internazionali, in grado di portare nel 2025 a investimenti complessivi su startup e scaleup italiane per 9 miliardi di euro, partendo dai 2 miliardi del 2021 e dai 2,5 miliardi previsti per quest’anno. Il tutto perché l’obiettivo ultimo di Cassa Depositi e Prestiti è quella di promuovere la crescita sostenibile dell’Italia e, perché si progredisca sul fronte della sostenibilità, ci vogliono nuove tecnologie e quindi anche capitali in grado si supportarne la crescita e lo sviluppo. Lo hanno detto ieri in conferenza stampa a Milano l’amministratore delegato di CDP, Dario Scannapieco, il direttore delle strategie settoriali di CDP, Andrea Montanino, e l’amministratore delegato di Cdp Venture Capital sgr, Enrico Resmini.
In particolare, ha sottolineato Scannapieco, sul fronte dell’attività di venture capital “l’Italia è fuori dalla top ten europea in termini di investimenti in startup, pur avendo raddoppiato i volumi rispetto al 2020. C’è un gap importante: nel 2021 in Francia si sono condotti investimenti per 17 miliardi, in Francia per 11 miliardi e in Italia solo per 2 miliardi. Dobbiamo aumentare il numero degli operatori, rafforzare la dimensione dei soggetti già attivi e dobbiamo sprovincializzarci, facendo in modo che siano attivi qui più operatori esteri”. Solo così si potrà recuperare il gap e arrivare alla cifra dei 9 miliardi di euro, che rappresenta lo 0,5% del PIL italiano, la percentuale che oggi stanno investendo Germania e Francia, contro lo 0,07% che invece è l’attuale dimensione del venture italiano rispetto al PIL.
Per arrivare a questi numeri l’effetto leva è cruciale, ha detto chiaro Montanino, spiegando che in media per ogni euro investito dal gruppo, 2,7 euro sono quelli che arrivano da altri investitori. Così, va certo molto bene che appunto CDP abbia ora a disposizione altri 3,5 miliardi di euro da investire, ma è necessario che questi capitali continuino a innescare un effetto volano, così come è stato fatto sinora.
Ricordiamo che a inizio settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto interministeriale del 26 luglio 2022, che dà attuazione alle disposizioni del Decreto legge 121/2021, disciplinando nel dettaglio le modalità di impiego del Fondo di sostegno al Venture Capital (si veda altro articolo di BeBeez). Cdp Venture Capital sgr ha così a disposizione i 2 miliardi di euro stanziati dal MISE in attuazione dell’art. 10 comma 7-sexies del Decreto infrastrutture, convertito in legge con modifiche lo scorso novembre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), a cui si aggiungeranno 550 milioni di risorse previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (si veda altro articolo di BeBeez). Dei 550 milioni stanziati dal PNRR, 250 milioni sono stati dedicati alla creazione di un Green Transition Fund, gestito da Cdp Venture Capital, rivolto ai settori delle rinnovabili, dell’economia circolare, della mobilità, dell’efficienza energetica, dello smaltimento dei rifiuti, dello stoccaggio di energia e affini e strutturato in parte come fondo di fondi, che investirà in fondi di venture capital e programmi di incubazione/accelerazione, e in parte come fondo di investimento diretto in startup. Quanto agli altri 300 milioni, sono stati dedicati alla creazione del Digital Transition Fund, sempre gestito dal Cdp Venture Capital sgr, con l’obiettivo di favorire la transizione digitale delle filiere dell’Intelligenza Artificiale, cloud, assistenza sanitaria, Industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain e di altri ambiti della transizione digitale (si veda altro articolo di BeBeez). Non solo. A questi capitali poi, si affiancherà un altro miliardo di euro che sarà stanziato da parte di Cassa Depositi e Prestiti e investitori terzi, in particolare investitori esteri. Una cifra, quindi, che è più alta dei 600 milioni inizialmente previsti (si veda altro articolo di BeBeez).
A oggi sono bene 22 i fondi di venture capital lanciati e gestiti da CDP Venture Capital sgr, con dotazioni che sono rappresentate dalla somma di capitali messi a disposizione da CDP e da capitali raccolti sul mercato da investitori terzi, e che in alcuni casi vengono investiti direttamente in startup mentre in altri casi vanno investiti in fondi lanciati e gestiti da altre sgr, che a loro volta catalizzano i capitali di altri investitori e investono in startup. A tutto questo si affiancano inoltre ben 18 programmi di accelerazione lanciati dalla sgr e 5 poli di trasferimento tecnologico.
Ora, della nuova dotazione, ha spiegato Resmini, “l’sgr impiegherà circa 1,5 miliardi per sostenere il tech transfer e la rete di accelerator, per continuare a investire in fondi di venture capital italiani e per lanciare anche un fondo di fondi per fondi di venture capital internazionali che dovranno garantire capitali investiti in Italia almeno pari al nostro investimento e dovranno assumere competenze italiane che possano lavorare in maniera stabile sul mercato, il fondo avrà una dotazione di 400 milioni di euro e investirà ticket medi da 30-50 milioni di euro; un altro miliardo di euro sarà utilizzato per sostenere i settori e le tecnologie strategiche dell’innovazione delle filiere chiave per l’ecositema italiano, come aerospazio e life science; e infine un altro miliardo per investire direttamente e indirettamente in strumenti di equity e di debito a supporto delle startup in fase growth e late stage, lanciando quindi due nuovi fondi dedicati, uno al venture capital con focus sulle scaleup che necessitano di round da 30-40 milioni e l’altro al venture debt, per investire in strumenti di debito ibrido, sulla falsariga di quello che fa da tempo la BEI, per supportare la crescita delle scaleup, senza diluire i founder nel capitale
E ancora Enrico Resmini, a margine dell’incontro di ieri, a BeBeez ha confidato:”Stiamo ragionando ora anche con Giovanni Maggi , presidente di Assofondipensione, per trovare la strada migliore per convogliare gli investimenti dei fondi pensione anche sul venture capital. Non sappiamo ancora il quale forma questo potrà avvenire, se con un fondo dedicato oppure con veicoli ad hoc che andranno a finanziare fondi già esistenti”. Ricordiamo che CDP si è già fatta promotrice di un’iniziativa analoga sul fronte del private equity e del private debt, in quel caso insieme a Fondo Italiano d’Investimento sgr. A fine 2019, infatti, era stato presentato agli associati di Assofondipensione il Progetto Economia Reale, una piattaforma, finanziata in primo luogo dalla stessa CDP per 550 milioni di euro e che punta a convogliare un totale di altri 500 milioni di euro di risorse dei fondi pensione appunto sull’economia reale italiana, tramite investimenti in fondi di private equity, private debt e potenzialmente anche in altre asset class, come le infrastrutture (si veda altro altro articolo di BeBeez). Il progetto ha poi incassato le prime adesioni a inizio 2021, annunciando i primi investimenti di fondi pensione nei fondi FOF Private Equity Italia e FOF Private Debt Italia (si veda altro articolo di BeBeez).