Cherry Bank, nata a ottobre 2021 dalla fusione del servicer Cherry 106 spa con l’istituto padovano Banco delle Tre Venezie e controllata da Giovanni Bossi, ex amministratore di Banca Ifis (si veda altro articolo di BeBeez), presenta un’offerta vincolante per il 100% di Banca Popolare Valconca.
I commissari straordinari Francesco Fioretto e Livia Casale, affiancati dall’advisor finanziario Prometeia, hanno concesso al giovane istituto padovano un periodo di esclusiva negoziale sino a fine maggio finalizzato all’eventuale aggregazione con la popolare che ha sede a Morciano di Romagna, posta in amministrazione straordinaria dalla Banca d’Italia il 3 dicembre scorso (si veda qui il comunicato stampa) dopo che i soci avevano bocciato la proposta di fusione per incorporazione in Blu Banca del gruppo Banca Popolare del Lazio (si veda qui il comunicato stampa), ritenuta indispensabile dagli stessi ex vertici dell’istituto riminese per il salvataggio della banca.
La procedura di vendita dell’istituto attivo nella provincia di Rimini si è aperta all’inizio dell’anno con l’invito alla presentazione delle manifestazioni d’interesse qualificate (si veda qui il comunicato stampa). Ai commissari sono pervenute inizialmente nove manifestazioni d’interesse, tra cui quelle di Banca Sella, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banco Desio, Tyche, una banca di credito cooperativo, un fondo straniero e quella della stessa Blu Banca del gruppo Banca Popolare del Lazio. Cherry Bank a febbraio ha poi presentato un’offerta non vincolante, come fatto anche dal fondo statunitense JC Flowers, specializzato in investimenti nel settore finanziario (si veda altro articolo di BeBeez). Adesso sono partite le trattative soltanto con l’istituto veneto.
“Durante il periodo di esclusiva saranno messi a punto dalle parti, con il supporto dei rispettivi advisors, i termini e le condizioni del progetto di integrazione societaria che verrà poi sottoposto alle autorità competenti per le necessarie autorizzazioni e da ultimo all’assemblea straordinaria dei soci, con l’obiettivo di pervenire al completamento del processo di aggregazione indicativamente entro la fine del corrente anno”, si legge in una nota dei commissari, che hanno concesso tale periodo a Cherry Bank lo scorso 31 marzo.
Banca Popolare Valconca nasce come Banca Cooperativa Morcianese il 13 agosto 1910, nel cuore della Valle del Conca. I dodici fondatori avevano deciso di dar vita a una banca caratterizzata da spirito di solidarietà e mutualismo. Dal primo sportello aperto nel 1910, la banca è via via cresciuta fino a contare filiali in diverse città tra le province di Rimini e Pesaro. Nel 2018 Banca Popolare Valconca si è trasformata in spa. L’istituto ha un capitale sociale pari a quasi 27,3 milioni di euro interamente sottoscritto e versato dai 4.841 soci. Il patrimonio netto è sceso dagli oltre 59,3 milioni di fine 2021 ai 58,4 del 30 giugno 2022. Al 31 dicembre 2021 ha registrato una perdita di quasi 4,5 milioni, mentre al 30 giugno scorso ha conseguito un utile di 585mila euro.
Nella tarda primavera del 2020 la banca romagnola ha venduto il suo intero stock di UTP per un valore lordo di 75 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez) dopo aver partecipato nel 2018 con 200 milioni alla cartolarizzazione multigacs-multioriginator per la cessione di un portafoglio complessivo di NPL per circa 1,7 miliardi di euro (73,4% secured e 26,6% unsecured) originati da quattordici banche popolari socie della Luigi Luzzatti spa, la società nata a fine 2017 sotto l’ombrello di Assopopolari e battezzata così in onore del fondatore del sistema del credito cooperativo in Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
Cherry Bank ha appena lanciato la nuova divisione Alternative Investments con focus su servizi e prodotti non tradizionali nel comparto dei patrimoni (si veda altro articolo di BeBeez). A guidarla sarà Andrea Florio, ex direttore finanziario e responsabile del business development di Banca Finint e, in seguito, direttore generale di Natissa sgr appartenente all’investitore americano Bain Credit Capital. Come spiegato da Bossi, nella prima fase il mandato di gestione si focalizzerà sul settore del fixed income prediligendo investimenti su titoli obbligazionari quotati e non quotati, titoli di debito emessi o garantiti da Stati, enti locali, società industriali e commerciali, strumenti del mercato monetario e finanziari. Successivamente saranno previsti investimenti nel settore npls attraverso nuove linee di gestione dedicate. “I prodotti che offriamo nella nostra nuova business line consentiranno agli investitori di assumere un’esposizione su mercati/asset class con rendimenti interessanti altrimenti non accessibili” ha dichiarato l’amministratore delegato, che ha continuato specificando come “la divisione alternative investments beneficerà di nuove risorse che arricchiscono le competenze della banca, ma si integra perfettamente in una piattaforma matura e completa per l’attività di asset management”.
Cherry Bank non è nuova alla diversificazione della propria offerta. A settembre 2022, dopo il lancio precedente della divisione special situations (si veda altro articolo di BeBeez), ha presentato quella dedicata al Wealth Management avviando contestualmente un piano di assunzioni ad essa dedicata (si veda altro articolo di BeBeez) per la creazione di un nuovo pool di professionisti nella gestione del risparmio da dislocare nelle zone già presidiate dalle filiali della banca (Padova, Mestre, Treviso, Verona e Vicenza) e in altri territori target per disponibilità di ricchezza, con l’obiettivo di creare una boutique per risparmiatori e imprese.
Attualmente Bossi è socio di maggioranza relativa di Cherry Bank con il 40,7% e ricopre la carica di ad (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2022, l’utile netto del gruppo è stato di 10,9 milioni di euro rispetto alla perdita netta (dato pro-forma) di 756mila euro del 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Un risultato che arriva a fronte della crescita del 5% dell’erogato lordo a quota 600 milioni di euro, così come già comunicato lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez), servendo oltre 2.500 imprese attraverso le sue tre business unit dei servizi bancari tradizionali, crediti fiscali e special situations.
Cherry 106 spa era la ex Cassiopea NPL, intermediario finanziario vigilato dalla Banca d’Italia ai sensi dell’articolo 106 del Testo unico bancario, di cui Bossi aveva acquisito il 65% nel mese di novembre del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2020 la società era cresciuta di organico nelle tre sedi di Roma, Milano e Padova e aveva ampliato le aree di attività: dopo i settori degli npl e della tecnologia applicata al credito (Cherry Bit, la piattaforma di intelligenza artificiale sviluppata da Cherry srl fondata sempre nel 2020 da Bossi, si veda altro articolo di BeBeez), si erano aggiunti i servizi legali con la nascita della società tra avvocati Cherry Legal (si veda altro articolo di BeBeez) e la compravendita di crediti fiscali, grazie al lancio, assieme a Banco BPM, della piattaforma fintech SuperB Cherry106, dedicata all’acquisto di crediti fiscali derivanti dagli interventi di riqualificazione energetica superbonus, ecobonus, sismabonus (si veda altro articolo di BeBeez).fa