Inizia una nuova fase per CMS spa, lo storico gruppo con sede a Marano sul Panaro (Modena) specializzato nelle lavorazioni meccaniche di precisione per conto terzi, con clienti che vanno da Tetra Pak ad Alstom, che dopo 5 anni ha annunciato l’uscita dalla procedura concorsuale e la chiusura di tutte le pendenze (si veda qui comunicato stampa).
Quanto al capitale, è rimasto invariato in capo ai soci pre-concordato, con Luciano Salda che ne detiene direttamente il 45,45%, mentre il restante 54,55% fa capo a Gruppo CMS, una srl di cui Luciano Salda è socio unico. In questo, però, le cose potrebbero cambiare. Secondo quanto risulta a BeBeez, ora che la società è stata ristrutturata, non sono da escludersi partnership esterne con altre realtà industriali o con fondi di private equity, che potrebbero aiutare il gruppo modenese in questa fase di rilancio.
Global Strategy ha assistito il gruppo modenese nel percorso di rilancio insieme Pedersoli Studio Legale e Studio Rinaldi per la parte legale, affidata invece nella fase iniziale della procedura dallo Studio Legale Tullio & Partners.
Dal 2018, anno in cui il Tribunale di Modena ha approvato l’omologa alla procedura dopo l’ok arrivato dai creditori (si veda altro articolo di BeBeez), la società controllata al 100% da Luciano Salda ha portato avanti un importante progetto di diversificazione di settori e di clienti serviti che la porta ad essere oggi un partner qualificato e di riferimento per le principali società nazionali e internazionali produttrici di impianti e macchine per il packaging & processing food e pharma.
Nel quinquennio della ristrutturazione, inoltre, management e proprietà, con l’aiuto degli stakeholder, hanno definito un nuovo piane industriale che ha permesso di rinegoziare e definire gli accordi con i creditori e adempiere agli impegni presi. Stando a quanto risulta a BeBeez, questo percorso non è stato intrapreso tramite capitale esterno, ma interamente con le risorse liquide di CMS, mentre in termini di debito, dopo il Covid è stata portata avanti un’attività di accordi strategici one-to-one con i creditori strategici e finanziari che hanno consentito un’ulteriore riduzione dell’impatto del debito e l’intero ripagamento dei crediti.
Come progettato anche dal piano approvato dai creditori nel 2017, gli stessi sono stati suddivisi in classi, tra privilegiati, chirografari e finanziari a cui è stato dato un indennizzo medio del 30%, sino al 40% per i fornitori strategici, pagabile in 4 anni, già a partire da quando i creditori avevano dato il loro consenso. Al termine del concordato, quindi, il gruppo si trova soltanto con 23 milioni di euro di debito, di cui 4,4 milioni di debito chirografario verso le banche e 3 milioni di debito ipotecario (per un totale di 7,4 milioni verso le banche), 4,7 milioni di debito verso i fornitori e 10 milioni di debito privilegiato e prededuzione.
In termini di redditività, da un 2022 che verrà chiuso, secondo quanto riferito a BeBeez, con circa 30 milioni di euro di ricavi rispetto ai 33 milioni del 2021 (si veda qui report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente), CMS si aspetta un 2023 intorno ai 30 milioni sempre in termini di ricavi, per poi proseguire il percorso di crescita a partire dal prossimo anno. Guardando gli altri numeri, nel 2021 la società era riuscita a recuperare parte degli effetti negativi del Covid, chiudendo con un ebitda negativo per circa 375 mila euro da -3,5 milioni del 2022, e con una perdita netta di 228 mila euro da un rosso di 764 mila dell’anno della pandemia.
Ricordiamo che la società è stata fondata nel 1975, con una crescita costante che gli ha consentito nel 2013 di superare i 100 milioni di euro di fatturato. Nel 2014 l’azienda modenese ha però subito una forte riduzione del fatturato dovuta principalmente alla contrazione del mercato di riferimento, avvenuta contestualmente al rilevante investimento realizzato per lo stabilimento in Cina che ha aumentato in maniera importante il livello di indebitamento complessivo. Per far fronte a questa situazione di crisi CMS nell’aprile 2017 ha presentato domanda di concordato in continuità, approvata solo nel 2018 dal Tribunale di Modena.
“Mai ci sono mancate la determinazione, la resistenza e la volontà di andare avanti”, ha spiegato Elena Salda, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, che ha aggiunto: “Perché crediamo fortemente nella validità del nostro progetto aziendale, ma anche e soprattutto nel valore e nelle competenze di tutti i nostri collaboratori. Il traguardo raggiunto è per tutti noi un segnale forte di fiducia e di rinnovata energia. Adesso affrontiamo il futuro con un nuovo piano industriale, che ci permetterà di ricominciare a crescere, aprendoci a nuovi mercati, ampliando le nostre capacità ed estendendo la nostra operatività ad ambiti diversi. Da tempo stiamo rivolgendo l’attenzione a nuove aree di business, per diversificare il portafoglio clienti e rafforzare la nostra competitività intersettoriale. La nostra firma continuerà a essere sempre la stessa: siamo tecnici, ingegneri, problem solver con la missione di ascoltare i bisogni dei clienti e soddisfarli al meglio, grazie alle skills tecniche sviluppate nel tempo e alla ricerca continua di innovazione in ogni fase dei nostri processi. Mi piace anche ricordare che, in questi sei anni, mai sono venuti a meno i nostri valori: amiamo sfide, siamo coraggiosi e ci imponiamo di agire in maniera sostenibile, con etica, trasparenza e lealtà. Un’industria di grandi numeri che non dimentica mai il suo DNA familiare.”.