La cessione del Milan al fondo RedBird Capital del finanziere Gerry Cardinale ha innescato una guerra legale senza esclusione di colpi tra i due ex azionisti del club rossonero: Blue Skye Financial Partners sarl e il fondo statunitense Elliott Management Corp. La società dei finanzieri Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo ha infatti chiesto al Tribunale fallimentare di Milano di dichiarare l’insolvenza delle due società lussemburghesi Rossoneri Sport sarl e Project Redblack sarl, partecipate da Blue Skye complessivamente con il 4,27%, tramite cui Elliott controllava il Milan con il restante 95,73%. L’udienza si terrà il prossimo 24 maggio.
La richiesta, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, sarebbe arrivata dopo che i due veicoli lussemburghesi avrebbero spostato in due paradisi fiscali oltre un miliardo di euro in due società riconducibili a Elliott: 515 milioni di euro in contanti e 541 milioni in bond per due terzi a Elliott International alle Isole Cayman e per un terzo a Elliott Associates nel Delaware. Il trasferimento sarebbe avvenuto il 27 gennaio, all’indomani dell’acquisizione da parte della Guardia di Finanza, a seguito di un esposto presentato alla Procura di Milano proprio da Blue Skye, dei documenti negli studi legali milanesi che hanno curato la cessione del Milan a RedBird per 1,2 miliardi di dollari (1,12 miliardi di euro), di cui 560 milioni di euro di vendor loan erogato dal venditore Rossoneri Sport (vendor loan) (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’esposto alla Procura di Milano Blue Skye lamentava una perdita di garanzia per oltre 100 milioni sul finanziamento erogato a suo tempo all’AC Milan (si veda altro articolo di BeBeez).
Intanto a fine marzo il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Blue Skye contro il rifiuto della Federazione Italiana Giuoco Calcio di consegnare a Blue SKìkye il dossier Milan, intimando la consegna del faldone entro 30 giorni. Come ricostruito dal Corriere della Sera, nelle carte processuali si legge che “contestualmente alla liberazione del pegno da parte di Redblack sulle azioni dell’ AC Milan, Rossoneri ha disposto la continuazione del pegno a favore della Redblack sulla totalità dei proventi della vendita”, quindi sostanzialmente ha sostituito il pegno sulle azioni con il pegno sui proventi dalla vendita. In ogni caso il trasferimento di denaro da parte di Elliott, che riguarda quindi i capitali regolarmente incassati dalla cessione del Milan, avrebbe lasciato “solo” 46 milioni nelle casse di Rossoneri Sport e Project Redblack, che Blue Skye ritiene insufficienti, dato che chiede 117 milioni quale remunerazione del cofinanziamento dell’acquisto, della valorizzazione e della successiva cessione del club rossonero.
Ricordiamo che Elliott era diventato azionista di controllo del Milan nel 2018, quando il fondo aveva escusso il pegno su un finanziamento da 32 milioni di euro erogato al precedente azionista del Milan, il finanziere cinese Yonghong Li (si veda altro articolo di BeBeez). Li Yonghong aveva a sua volta comprato il Milan nel 2017 da Silvio Berlusconi tramite Rossoneri Sport, prendendo in prestito i soldi con un pegno sul Milan da Project Redblack sarl. L’anno successivo, come detto, Li Yonghong non era riuscito a ripagare il prestito e i creditori hanno escusso il pegno, diventando quindi proprietari del club. In particolare Li non era riuscito a rimborsare a Elliott il prestito che il fondo gli aveva fatto, anticipando l’ultima tranche di aumento di capitale che il finanziere cinese si era impegnato a sottoscrivere (si veda altro articolo di BeBeez). Con Elliott, però, sin dal 2017 aveva coinvestito appunto anche Blue Skye, fondata a Londra da Salvatore Cerchione (ex Morgan Stanley e D.B. Zwirn & Co) e Gianluca D’Avanzo (ex BC Partners e D.B. Zwirn & Co), e coinvestitore di Elliott in varie altre operazioni, come quella nell’hotel Bauer di Venezia (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso settembre Blue Skye aveva avviato un procedimento civile contro Elliott riguardante appunto il pegno esistente in favore di Project Redblack sarl, società veicolo in cui era entrata nel 2017 per l’operazione di finanziamento del Milan e che aveva sottoscritto i due bond, parte del pacchetto di finanziamenti da 303 milioni di euro complessivi (si veda altro articolo di BeBeez). Blue Skye poi era diventato azionista di minoranza del club insieme a Elliott. Blue Skye, però, a sua volta investe per conto di altri investitori, tra i quali Arena Investments, cofondata da Dan Zwirn. Il quale lo scorso luglio aveva commentato a Calcioefinanza: “La loro società, Blue Skye, è una delle oltre 40 joint venture che Arena Investors ha in tutto il mondo, dove vanta investimenti privati in oltre 20 Paesi. Non è esclusiva in nessuna delle due direzioni. Vista la lunga relazione, siamo ovviamente profondamente delusi dalla situazione attuale”.
Quanto contestato da Blue Skye farebbe riferimento al fatto di non aver mai avuto notizie sulla vendita del Milan a RedBird, con una derivante presunta condotta fraudolenta ai suoi danni per la mancanza di un’asta che avrebbe consentito di guadagnare di più. Da Elliott questa volta non sono arrivati commenti, ma lo scorso 30 giugno il fondo aveva detto che, “dopo l’annuncio della vendita di AC Milan a RedBird, Blue Skye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui Blue Skye non ha diritto”.
Blue Skye non è nuova ai contenziosi. In particolare ricordiamo la dura battaglia legale che l’ha visto protagonista contro il colosso Usa Fortress tra il 2011 e il 2013. Tutto era cominciato quando a fine 2008 l’asset manager Usa DB Zwirn, allora coinvolto in una complessa indagine della SEC relativa a presunte irregolarità contabili (indagine poi risolta a favore di DB Zwirn) aveva ceduto a Fortress la gestione di tutti i suoi fondi (si veda qui il comunicato stampa di allora), compreso Blue Skye (Lux). A quel punto Blue SKye Lux veniva conferita al fondo di nuova costituzione Blue Skye Special Opportunities, le cui quote venivano sottoscritte dal nuovo veicolo lussemburghese Stepstone Acquisition sarl, che era stato costituito da Fortress, dall’allora IDeA Alternative Investments sgr, da Dea Capital e dal management della stessa Blue Skye (attraverso Omega Skye Partners), come descritto nel bilancio 2008 di Dea Capital e in un interessante articolo di Calcioefinanza. Idea AI ha poi ceduto la sua partecipazione pari al 4,9% di Stepstone nel febbraio 2011 per 2,6 milioni di euro a (si veda qui la Relazione al bilancio di Dea Capital del 2011), con Dea Capital che aveva invece mantenuto la sua quota del 36,72% almeno sino a fine 2014, quando però a bilancio era stata valutata zero (si vedano qui la Relazione al bilancio 2013 e qui quella al bilancio 2014). E questo perché nel frattempo la Corte d’Appello del Lussemburgo nel 2012 aveva decretato il fallimento di Stepstone Acquisition sarl.
Come ricostruito da Calcioefinanza, il 21 dicembre 2011, pochi mesi prima la dichiarazione di fallimento della società, Fortress decideva di citare davanti a un tribunale inglese il fondo Blue Skye e i due fund manager Salvatore Cerchione e Gianluca D’Avanzo. Secondo il colosso Usa, i due gestori di Blue Skye, attraverso una serie di operazioni poco trasparenti avrebbero indebolito i diritti vantati da Fortress sugli asset italiani in portafoglio al fondo (per esempio i crediti verso la sanità regionale attraverso il veicolo Beta Skye srl, poi ribattezzato Beta Stepstone) Anche la stessa Stepstone, tramite il curatore fallimentare Alain Rukavina, era della stessa opinione: gli atti compiuti da Cerchione e D’Avanzo avrebbero danneggiato il patrimonio di Stepstone Acquisition tanto da portarla al fallimento (si veda qui uno dei vari atti del processo).
Il contenzioso con Fortress sarebbe nato perché nel frattempo Blue Skye Special Opportunities Fund era stato liquidato dopo aver trasferito tutto il portafoglio di partecipazioni a una nuova società, chiamata Blue Skye Management sarl SCS, controllata da Cerchione e D’Avanzo attraverso Blue Skye Financial Holdings sarl. Tramite gli atti ufficiali resi pubblici non è stato possibile ricostruire l’esito finale dei due procedimenti. Dai documenti depositati in Lussemburgo, Regno Unito e Italia, ricostruisce sempre Calcioefinanza, appare però evidente che almeno a partire dalla fine del 2014 il controllo di alcuni veicoli di investimento utilizzati da Blue Skye sia passato a Fortress attraverso il nuovo veicolo lussemburghese Stepstone Financial Holdings. Tra questi veicoli c’è per esempio Beta Stepstone, che stato poi ceduto da Fortress nel 2016 a Banca Sistema, si veda altro articolo di BeBeez).
Nel mezzo di queste operazioni Cerchione e D’Avanzo sono stati molto attivi in Italia con una serie di investimenti. Ricordiamo per esempio che nel 2010 erano entrati nell’operazione di ristrutturazione del debito di Sirti, gruppo leader nel settore dell’ingegneria e dell’impiantistica di reti di telecomunicazioni, rilevando una tranche da 12 milioni di euro di un finanziamento mezzanino da 50 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2012, hanno ristrutturato 6 milioni di debito dell’Harry’s Bar a Venezia e comprato il 16% del capitale della holding della famiglia Cipriani.
Nel 2016 hanno poi salvato il gruppo alberghiero Bauer spa, ristrutturando 110 milioni di euro di debito bancario in default tramite Project Venice sarl, in cui i due manager hanno coinvolto il fondo Elliott con il 49% (si veda altro articolo di BeBeez). Il Bauer è stato poi ceduto al gruppo austriaco Sigma nel giugno 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre nel 2016 Blue Skye aveva rilevato la maggioranza di Fashioneast sarl, la società lussemburghese che da fine 2015 è proprietaria del noto brand britannico di moda John Richmond e di cui è socio l’omonimo stilista (si veda altro articolo di BeBeez). Nel 2017 è il turno di Project Redblack e dell’acquisto del Milan l’anno successivo.
Nel 2018 Blue Skye ha poi messo sul piatto 150 milioni di euro per il 20% di Fila-Fabbrica Italiana Lapis ed Affini in mano a Simona Candela attraverso la holding Pencil spa (si veda altro articolo di BeBeez), quota che all’inizio dell’anno scorso è stata poi ricomprata dal fratello Massimo Candela, mettendo fine a una battaglia legale che divideva la famiglia da anni e con Massimo che è salito così al 100% di Pencil (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel l’ottobre 2020, infine, Blue Skye aveva siglato con Arena Investors una joint venture finalizzata a investire in opportunità di ristrutturazione aziendale e di turnaround del mid-market italiano, mettendo nel mirino come primo deal la fallita Perini Navi (si veda altro articolo di BeBeez), poi passata sotto il controllo di The Italian Sea Group spa, operatore globale nel settore della nautica di lusso, quotato a Piazza Affari, a fine 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).