di Paola Stringa e Giuliano Castagneto
Banca Valsabbina , istituto di credito bresciano focalizzato su Valsabbia e Val Camonica, ha aumentato al 32% la propria quota, in precedenza il 27% che già ne faceva il primo azionista, in Sandbox Srl si veda qui il comunicato stampa), società fintech milanese nel cui capitale l’istituto bresciano lo scorso aprile si era impegnato a entrare insieme ad altri investitori (si veda altro articolo di BeBeez).
Specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative, incubata presso il Polihub acceleratore d’impresa del Politecnico di Milano,Sandbox sostiene le aziende finanziarie nel processo di trasformazione digitale tramite l’utilizzo della tecnologia blockchain. La fintech ha creato la piattaforma “Fleap“, un software basato su tecnologia blockchain per la gestione della Governance societaria, nonché per emettere e scambiare asset digitali di natura finanziaria e non solo. Fleap si rivolge alle aziende che intendono digitalizzare la struttura societaria, fornendo servizi come la digitalizzazione del libro soci delle spa e delle srl e la gestione di eventi societari (aumenti di capitale, trasferimento quote, votazioni assembleari), garantendo l’incorruttibilità dei dati, la trasparenza e l’immutabilità del registro, proprio grazie all’innovativa tecnologia utilizzata .
L’istituto bresciano ha portato la propria quota al 32% circa in Sandbox tramite il ritiro di ulteriori quote sul mercato secondario. L’operazione, che rappresenta una seconda fase rispetto allo scorso aprile, è funzionale a razionalizzare ulteriormente la compagine societaria anche in considerazione del possibile ingresso di ulteriori soci strategici per lo sviluppo dell’iniziativa e quindi prevenire la possibile diluizione,a dimostrazione di quanto la startup sia importante per la banca.
Conferma Hermes Bianchetti, Responsabile Divisione Business di Banca Valsabbina e uno dei relatori del webinar di Assofintech Lending alle Pmi e Fintech. Come sta Maturando il Mercato?: “L’aumento della quota rientra nell’ambito di un’articolata strategia. Con questa operazione perfezioniamo la seconda fase dell’investimento in Sandbox, confermando che la Banca crede nell’iniziativa e in una realtà che vuole utilizzare le nuove tecnologie a servizio di un percorso di innovazione dei processi industriali o finanziari e della trasformazione digitale delle imprese”.
Banca Valsabbina è la principale banca popolare di Brescia, con una storia di oltre un secolo alle spalle, 70 filiali, 750 dipendenti e la gestione di un solido patrimonio. Per l’istituto di credito si tratta slo dell’ultima di una lunga serie di operazioni di partnership con una fintech. Poco prima, lo scorso marzo, aveva acquistato il 9% della piattaforma di equity e lending crowdfunding Opstart (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima ancora, a febbraio, l’istituto di credito e la fintech italiana Credit Service hanno lanciato Invoice Be-Tech, cioè un programma che investirà fino a 50 milioni di euro rotativi in fatture emesse dalle pmi del territorio (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione facevo seguito all’ingresso di Banca Valsabbina nel capitale di Credit Service spa, proprietaria della piattaforma di invoice trading MyCreditService.com avvenuto nel giugno 2021 con la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato alla banca bresciana e a Siav spa, società tecnologica padovana, leader nel software per la gestione elettronica dei documenti e dei processi digitali, che a seguito del quale hanno rilevato rispettivamente il 17,5 e il 13,1% (si veda altro articolo di BeBeez). Tale investimento ha permesso alla banca di diversificare ulteriormente la propria asset allocation, entrando anche nel mercato dei crediti commerciali delle imprese.
Oltre Sandbox e Credit Service, la banca bresciana nel settembre 2021 ha acquisito il 9,9% di Prestiamoci, piattaforma italiana attiva da più di 10 anni nel peer to peer lending. L’operazione ha visto la banca partecipare a un round di finanziamento da circa 2 milioni di euro, a cui hanno partecipato anche gli altri azionisti preesistenti, tra cui spiccavano, oltre ai fondatori guidati da Daniele Loro, anche Banca Sella, Club Italia Investimenti 2, Innogest, Digital Magics e alcuni business angel di alto profilo come Stefano Miccinelli, Luca Gacometti e Roberto Condulmari (si veda altro articolo di BeBeez).
Senza dimenticare che nel settembre 2018 la banca aveva partecipato al round da 18 milioni di euro di Satispay (si veda altro articolo di BeBeez).
Ma la banca è anche molto attiva sul versante dell’open banking, come sottoscrittore di abs il cui sottostante sono i crediti concessi dalle challenger bank. L’esempio più recente risale alla fine dello scorso maggio e vede la banca bresciana affiancare Azimut e la piattaforma di peer to peer lending Opyn. Nel dettaglio l’istituto di credito bresciano erogherà crediti alle pmi tramite il canale di Opyn,che a mette disposizione dei richiedenti i prestiti il software di valutazione del merito di credito in ottica software as a service, avvalendosi stavolta anche della collaborazione del co-arranger e senior financer Santander Corporate & Investment Banking. Assieme i due istituti offriranno prestiti fino a 300 milioni di euro sottoscrivendo le tranche senior e mezzanine delle cartolarizzazioni dei prestiti via via erogati dal fondo di direct lending di Azimut (si veda altro articolo di BeBeez).
Del resto, le collaborazioni tra banche e società fintech si moltiplicano in tutto il mondo e anche in Italia, è un trend in crescita che riguarda sempre più istituti, come emerge dall’analisi contenuta nel white paper di Boston Consulting Group.