Nexi, leader europeo nel PayTech quotato su Euronext Milan ma partecipato da diversi private equity (Hellmann & Friedman, GIC, Bain Capital, Advent International e Clessidra) e guidata da Paolo Bertoluzzo, alza i target al 2025 per ricavi ed ebitda e prevede di generare 2,8 miliardi di euro di liquidità che potrà essere investita in m&a, il pagamento di dividendi e/o riduzione del debito. Riduzione che inizia peraltro da subito, visto che è in arrivo un buyback parziale di due bond. Sono le principali novità annunciate ieri a Milano dai top manager del gruppo in occasione dell’Investor Day (si vedano qui il comunicato stampa e qui le slide della presentazione).
Più nel dettaglio, il gruppo Nexi prevede di accrescere i ricavi in media del 9% l’anno e del 14% circa il margine operativo lordo nel periodo 2021-25, sebbene le guidance precise verranno comunque fornite il prossimo febbraio. L’ebitda margin è pertanto atteso in aumento di circa 900 punti base entro il 2025 dal 48% a fine 2021. “Ciò si tradurrebbe in un incremento medio dell’utile per azione normalizzato del 20% nello stesso periodo. Per il 2023 ci aspettiamo una crescita dei ricavi di almeno il 7% e prevediamo un aumento dell’ebitda a doppia cifra”, ha dichiarato Bernardo Mingrone, cfo di Nexi.
In particolare, nel periodo 2023-25 il gruppo si aspetta di generare un excess capital di circa 2,8 miliardi di euro che permetterà a Nexi di esplorare una serie di opportunità generatrici di valore per tutti gli azionisti. “Di quei 2,8 miliardi, circa 600 milioni saranno già creati entro il prossimo anno”, ha sottolineato Mingrone. In base alle opportunità e al contesto di mercato, “il gruppo valuterà se ridurre il debito, perseguire opportunità di acquisizioni strategiche o restituire il capitale agli azionisti con buyback o dividendi. A seconda del contesto e delle opportunità decideremo come allocare il capitale”. Nel piano il gruppo conta di portare nel 2025 il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed ebitda nel range di 1-1,5 volte.
Nexi ha “poco più di un miliardo di debito che dobbiamo scegliere se rifinanziare o ripagare, oggi in linea con quanto era prima questa cifra, prima che cambiasse il contesto macro sui tassi d’interesse”, ha poi precisato Mingrone rispondendo alle domande degli analisti durante il Capital Markets Day. Interrogato da un analista sulle previsioni di costo del debito il direttore finanziario ha spiegato: ‘Spero che il nostro rating BB dia conforto e forza per la nostra posizione di capitale. Il nostro costo del debito e’ 160 bp su base ponderata e ci aspettiamo che arrivi tra 2 e 2,3% avvicinandosi al 2025, ma non penso che questi numeri siano preoccupanti”.
Nexi ha comunque già deciso un buyback parziale di due bond con scadenze 2024 e 2026 fino a un massimo di 400 milioni di euro. La finalità dell’operazione è principalmente quella di ridurre i rimborsi in occasione delle prossime scadenze della società, gestire attivamente le passività finanziarie ed estendere la vita media del debito. La società procederà all’eventuale riacquisto dei titoli utilizzando la liquidità disponibile, inclusi i fondi derivanti dall’erogazione di linee bancarie impegnate e già a disposizione.
L’offerta parziale di acquisto è rivolta agli obbligazionisti del bond da 825 milioni di euro e cedola 1,75% a scadenza 2024 e a quelli del bond da 1,05 miliardi e cedola 1,625% a scadenza 2026, emessi, rispettivamente, nell’ottobre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez) e nell’aprile 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Il periodo di adesione, iniziato ieri, avrà termine il 4 ottobre, salvo revoca, chiusura anticipata, modifica o proroga da parte della società. La data di regolamento dell’offerta di acquisto è attesa per il 7 ottobre. Bank of America, BNP Paribas, e Crédit Agricole operano in qualità di Lead Dealer Manager e Barclays, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Société Générale operano in qualità di Dealer Manager nell’ambito dell’Offerta di Acquisto. Kroll Issuer Services agisce in qualità di tender agent.
Quanto alle possibile operazioni di m&a, ha dichiarato Bertoluzzo: “Non penso faremo grandi cose, continueremo a esplorare le possibilità, ma soprattutto vogliamo realizzare questo piano. Saremo molto selettivi, dobbiamo concentrarci ed essere certi di riuscire a implementare il piano con gli asset che abbiamo in questo momento”. E ha ribadito: “Abbiamo 2,8 miliardi di liquidità. Secondo le opportunità e il costo del debito decideremo come allocarli: o ripagando il debito, o con operazioni nel mondo delle merchant solutions, o restituendo agli azionisti con dividendi o con buy back. Oggi non vogliamo legarci le mani”.
Ricordiamo che Nexi è in corsa per conquistare la divisione pagamenti della banca spagnola Sabadell, in concorrenza con la francese Worldline e la statunitense Fiserv (si veda altro articolo BeBeez). “Il processo è in corso, peraltro potrebbe non essere l’unico in Spagna, non è il solo Paese dove ci sono attività in vendita e continueranno ad esserci”, ha precisato Mingrone, a margine della presentazione del piano industriale. Il deal varrebbe fino a 400 milioni di euro e Sabadell, affiancato dall’advisor Barclays, dovrebbe selezionare una short list di potenziali investitori entro inizio ottobre.
Nexi è stata particolarmente aggressiva sul fronte dell’m&a in questi mesi. Ricordiamo che lo scorso giugno ha raggiunto l’intesa con BPER, sulla partnership strategica in materia di carte di pagamento (si veda altro articolo di BeBeez). I due gruppi hanno infatti sottoscritto il contratto per il trasferimento a Nexi Payments del merchant acquiring (l’attività che consente di addebitare le carte dei clienti e accreditare i conti degli esercenti) e della gestione POS di BPER e Banco di Sardegna. Contestualmente Nexi acquisirà da Banco di Sardegna il 100% di Numera Sistemi e Informatica, previo carve-out (scorporo) da Numera stessa delle attività non relative alla gestione e assistenza POS. Sempre in materia di merchant acquiring, nell’agosto dello scorso anno Nexi aveva siglato con Alpha Services and Holdings, la società capogruppo dell’istituto di credito greco Alpha Bank, una partnership strategica grazie alla quale la banca greca promuove e distribuisce ai propri clienti le soluzioni sviluppate da Nexi (si veda altro articolo BeBeez). Ancora prima, nel dicembre 2019, Nexi aveva comprato il merchant acquiring di Intesa Sanpaolo, che aveva ceduto il relativo ramo d’azienda per un miliardo di euro a fronte dell’acquisto da parte della stessa di una quota del 9,9% della stessa Nexi da parte di Mercury UK, la holding che raggruppa le partecipazioni dei fondi di private equity Advent International, Bain Capital e Clessidra, che prima della quotazione a PIazza Affari della paytech, ne erano azionisti di riferimento (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che a seguito della fusione per incorporazione in Nexi della danese Nets, il 1° luglio 2021 (si veda qui il comunicato stampa), con il reinvestimento in Nexi da parte dei fondi soci di Nets (Hellmann & Friedman, GIC, Bain Capital e Advent International), le quote di Intesa Sanpaolo e di Mercury UK si erano poi ridotte, rispettivamente, al 6,359% e all’11,884%, mentre Hellmann&Friedman, con il fondo H&F VIII, era rimasta con la quota più alta (25,115%). L’azionariato si è poi ulteriormente evoluto in coincidenza con la fusione con la SIA, cui l’Agcm ha dato via libera nell’ottobre 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Il principale azionista di SIA era infatti CDP Equity, con l’82,8% affiancata da Poste Italiane con il 17,2%. A seguito della fusione, efficace da inizio 2022 (si veda qui il comunicato stampa), l’azionariato di Nexi oggi vede al primo posto ancora Hellmann & Friedman con il 19,9%, seguita da CDP Equity con il 13,6% e da Mercury UK con il 9,4%.
Contestualmente, Nexi sta conducendo una revisione strategica del portafoglio per focalizzarsi meglio sul core business. In questo quadro va letta la cessione a Euronext Securities Milan (la ex Monte Titoli) della piattaforma tecnologica che attualmente gestisce l’operatività di MTS, il principale mercato di titoli a reddito fisso di Euronext. L’operazione, annunciata a metà giugno, prevede un prezzo d’acquisto di circa 57 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre a metà giugno Nexi ha anche annunciato la vendita ad AnaCap Financial Parters della controllata norvegese EDIGard AS, società di soluzioni per la gestione della fatturazione, entrata nel gruppo attraverso Nets (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul fronte del business, invece, dall’ipo nel 2019 a oggi il gruppo si è evoluto profondamente, passando da maggiore player italiano a PayTech leader in Europa. L’azienda ha esteso la propria operatività in oltre 25 Paesi e ha rafforzato e ampliato le proprie competenze, rendendo al contempo il proprio business più diversificato e resiliente. Guardando più da vicino le diverse aree di business nelle soluzioni per il settore commerciale, Nexi ha differenziato la strategia “su misura per le PMI, i Large & Key Accounts (LAKA) e l’eCommerce”. Invece nell’Issuing (l’emissione di carte) “la strategia è stata elaborata per servire al meglio una realtà bancaria europea altamente frammentata, dominata da banche locali e regionali e dai circuiti locali”.
Nexi vuole essere “europea per dimensioni e locale per natura“, ha precisato ancora al manager alla platea degli analisti. Gli obiettivi per il futuro sono: vicinanza al mercato di riferimento e alla clientela, crescita accelerata e mirata nei settori delle pmi, dell’eCommerce e dell’Advanced Digital Issuing; realizzazione di forti sinergie e di una continua leva operativa.
Ricordiamo inoltre che nei giorni scorsi Nexi è stata scelta dalla BCE come una delle cinque aziende, tra le 54 che avevano risposto alla call. che forniranno prototipi di soluzioni frontend per testare diversi casi d’uso nei pagamenti con euro digitale (si veda qui il comunicato stampa). In proposito Mingrone ha commentato: “Cercheremo di dare il nostro contributo, l’idea di fondo è trasformare il denaro da fisico a digitale, in Italia saremo noi a condurre le sperimentazioni”, aggiungendo che l’euro digitale “ha un grande potenziale, ma dovremo capire cosa sarà. Il futuro è ancora da scrivere”.
Due giorni fa, inoltre, Nexi ha stretto un accordo con Global Blue, azienda tecnologica specializzata negli acquisti esentasse e nei pagamenti a valore aggiunto. L’intesa consentirà ai clienti Nexi, che opera in 25 Paesi, di accettare pagamenti attraverso la gamma di prodotti Oracle (si veda qui il comunicato stampa). Potranno farlo perché Global Blue certificherà lo status di partner di integrazione dei pagamenti di livello gold. In tal modo Nexi accresce le sue soluzioni di pagamento nelle piattaforme software di Property Management Systems (Pms) e Point Of Sale (Pos) esistenti. E potrà fornire un’esperienza di pagamento omnicanale senza attriti per l’ospitalità, i ristoranti e il retail. Come? L’accordo permetterà di semplificare le procedure operative e di ridurre i tempi e gli sforzi per front desk e back personale dell’ufficio. L’esperienza del cliente, inoltre, diventa più sicura: si conforma ai più elevati standard di sicurezza pci dss e alla tokenizzazione end-to-end per l’archiviazione sicura dei dati delle carte.
E’ di luglio, invece, l’annuncio della collaborazione tra Nexi e Microsoft, con la compagnia italiana scelta dalla multinazionale Usa fondata da Bill Gates come uno dei principali provider di pagamenti digitali per l’e-commerce in Italia, Danimarca, Svezia e Norvegia. Nexi e Microsoft collaboreranno inoltre per incorporare le soluzioni di pagamento di Nexi nei servizi e nelle soluzioni Microsoft Cloud.
Nexi ha chiuso il primo semestre con ricavi per 1,52 miliardi di euro (+8,7%) e un ebitda di ben 702,4 milioni (+19,1%), a fronte di un debito finanziario netto di 5,16 miliardi e una leva rispetto all’ebitda di 3,4 volte, in calo da fine dicembre 2021 (si veda qui il comunicato stampa). Gli investimenti sono saliti a 218 milioni. In Italia, i volumi delle transazioni acquiring hanno registrato una crescita a doppia cifra rispetto all’anno scorso, raggiungendo un incremento del +18% a giugno, con le carte degli stranieri tornate a crescere rispetto al livello pre-Covid mentre è stata confermata la guidance 2022, con una previsione di crescita dei ricavi tra il 7% e il 9%.
Piazza Affari ha apprezzato il piano strategico al 2025 di Nexi, perché giudica oltre le attese gli obiettivi finanziari a medio-lungo termine presentati ieri dalla società. Il titolo in apertura è salito del 7% tornando sopra 9 euro, il prezzo dell’ipo del 2019, e ha proseguito tonico durante tutta la giornata. Nonostante i buoni risultati di bilancio e l’attività di m&a, comunque, il titolo Nexi resta attorno agli 8,76 euro su Euronext Milan, poco più degli 8,4 euro con cui si è quotata nel 2019. Tuttavia, proprio a seguito dell’attività di m&a, nel frattempo Nexi è molto cambiata e infatti se si guarda alla valutazione implicita nei prezzi di Borsa, si vede quanto a questi prezzi il gruppo sia diventato appetibile.