Novamont spa, società Benefit certificata B Corporation, leader mondiale nella produzione di bioplastiche, controllato da NB Renaissance e da Versalis (gruppo Eni), si è assicurato un finanziamento da 100 milioni di euro, assistito da garanzia green di SACE all’80% ed erogato da Crédit Agricole Italia, anche nel ruolo di banca agente, Banco BPM, Intesa Sanpaolo e UniCredit (si veda qui il comunicato stampa). Lo studio legale Dentons ha assistito SACE e le banche nella strutturazione del finanziamento e nella redazione e negoziazione della documentazione finanziaria.
L’erogazione del finanziamento ha tenuto conto, tra le altre cose, anche del superamento di una soglia minima dell’Indice dei Flussi Circolari (IFC), che misura la circolarità di un’organizzazione. Questo indice è legato al valore economico generato dal gruppo, il cosiddetto “fatturato rigenerativo”, che rappresenta la percentuale di fatturato legata alla circolarità di un’azienda. Maggiore è il fatturato rigenerativo, migliore è la capacità di un’azienda di generare ricavi dai suoi prodotti e attività circolari come, ad esempio, da materie prime ed energia rinnovabile, da prodotti biodegradabili e compostabili certificati, da scarti recuperati. Questo è anche uno dei KPI che descrivono la performance del gruppo nell’ambito degli impegni di beneficio comune sottoscritti nello statuto societario (società Benefit).
Novamont promuove un modello di bioeconomia circolare basato sulla riconversione di siti industriali non più competitivi e sullo sviluppo di filiere agricole integrate. I prodotti Novamont, ottenuti da materie prime rinnovabili, sono stati pensati per superare i gravi problemi di accumulo di inquinanti in suolo, acqua, fanghi e compost e massimizzare il recupero della frazione organica dei rifiuti, e sono destinati a molteplici utilizzi finali: packaging alimentare, raccolta differenziata, ristorazione collettiva, personal care, biolubrificanti e prodotti per l’agricoltura tra cui biofitosanitari rispettosi della biodiversità.
Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, ha dichiarato: “La garanzia di SACE nell’ambito del Green New Deal è un significativo riconoscimento all’impegno di Novamont, di molti anni, nella costruzione della filiera italiana delle bioplastiche e dei biochemical integrata nei territori, che ci ha portato a diventare una Benefit company certificata B Corporation. Questo finanziamento ci consentirà di realizzare l’attuale importante piano di investimenti per uno sviluppo rigenerativo della filiera, misurabile attraverso parametri definiti e legati all’intera produzione di Novamont, in linea con le strategie e politiche della transizione ecologica”. In particolare, la nuova liquidità contribuirà al piano di investimenti aziendali 2021/2025, che punta al consolidamento della posizione competitiva in Europa, Nord America e Asia, attraverso l’incremento della capacità produttiva di bioplastiche.
Novamont ha sede a Novara, stabilimenti produttivi a Terni, Bottrighe (Rovigo) e Patrica (Frosinone) e laboratori di ricerca a Novara, Terni e Piana di Monte Verna (Cesena) e ha costituito una joint venture paritetica con Versalis (Eni) a Porto Torres (Sassari). Il gruppo è inoltre attivo all’estero con sedi in Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti e con un ufficio di rappresentanza a Bruxelles e conta su una rete di distributori in oltre 40 Paesi.
Con più di 600 dipendenti, il gruppo ha chiuso il 2020 con un fatturato di circa 287 milioni di euro e investimenti costanti in attività ricerca e sviluppo (5% del fatturato, più del 20% delle persone dedicate). Nel gennaio di quest’anno il gruppo Novamont ha acquisito la norvegese BioBag International, gruppo leader a livello mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di applicazioni biodegradabili e compostabili certificate (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che la partecipazione del 35% della holding Mater-BI, che controlla Novamont al 75%, è passata a NB Reinassance a inizio 2016, insieme a un gruppo di partecipazioni di private equity in altre società tutte originariamente in capo a Intesa Sanpaolo, nel’ambito dell’operazione di spinoff delle attività di private equity della banca condotta in alleanza con Neuberger Berman (si veda altro articolo di BeBeez). Intesa Sanpaolo a sua volta aveva acquisito il controllo di Novamont insieme al fondo Investitori Associati II nel 1996 dall’allora gruppo Montedison. Investitori Associati II è in liquidazione da anni, ma appare ancora tra i soci di Mater-BI con una quota del 35%, analoga a quella di Melville srl, veicolo di NB Renaissance. Il resto del capitale di Mater-BI è distribuito tra vari altri soci privati e non, tra cui Berger trust.