Svolta storica nell’Italian Food: il controllo di Eataly passa dalla famiglia Farinetti a Investindustrial, fondata da Andrea Bonomi. Il fondo Investindustrial VII sarà infatti il nuovo socio di maggioranza della catena di supermercati del food di alta gamma, sia sottoscrivendo un aumento di capitale da 200 milioni di euro sia rilevando, si dice, per altri 140 milioni parte delle quote degli attuali azionisti. Al closing dell’operazione la holding d’investimenti si troverà a detenere il 52% della società (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione prevede che, al closing, i soci storici Eatinvest (holding della famiglia Farinetti, che oggi ha il 58%), la famiglia Baffigo / Miroglio (al 19,8%) e Clubitaly (veicolo di club deal coordinato da Tamburi Investment Partners, oggi al 19,8%) possiederanno complessivamente il restante 48% del capitale. L’attuale amministratore delegato, Nicola Farinetti (figlio del fondatore Oscar Farinetti), diverrà presidente, mentre verrà annunciato a breve il nome del nuovo ad, che stando a quanto recita la nota congiunta, sarà un manager “di grande esperienza”.
ClubItaly, da parte sua, non solo non venderà le sue azioni in portafoglio, ma anzi aumenterà la sua partecipazione, a condizioni tali da consentirle di abbassare sensibilmente il valore medio di carico;, così come comunicato con una nota sempre ieri (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione, si legge ancora nella nota, è finalizzata a sostenere la crescita internazionale di Eataly. In prima battuta, però, si legge ancora nel comunicato, “l’aumento di capitale di fatto azzera il debito finanziario netto della società in modo da massimizzare la flessibilità finanziaria necessaria ad accelerare l’espansione su scala globale”.
Ricordiamo infatti che, dopo il crollo di fatturato e redditività registrato da Eataly spa nel 2020 per colpa dei lockdown, ad aprile 2021 aveva preso in mano la situazione Tamburi Investment Partners (TIP), società di investimento quotata a Piazza Affari e azionista di Eataly dal 2014 attraverso il veicolo di club deal Clubitaly (si veda altro articolo BeBeez). Il consiglio di amministrazione della società, fondata nel 2003 da Oscar Farinetti, aveva quindi nominato all’unanimità presidente Alessandra Gritti, cofondatore, vicepresidente e amministratore delegato di TIP. Un avvicendamento che seguiva la trasformazione della società da srl a spa avvenuta a dicembre 2020 e due aumenti di capitale condotti sempre nel corso del 2020 (si veda qui Italia Oggi e qui altro articolo di BeBeez). Clubitaly aveva poi sottoscritto, con un investimento di circa 2 milioni, proporzionalmente alla propria quota, la seconda tranche dell’aumento di capitale deliberato e sottoscritto nel 2020 per complessivi 15 milioni e per 10 milioni nel 2021. Liquidità finalizzata a irrobustire la struttura patrimoniale della società. Nella Relazione finanziaria annuale per il 2021 di TIP si ricorda che Clubitaly spa, costituita nel 2014 congiuntamente ad alcune famiglie di imprenditori e family office, detiene il 19,8% di Eataly. Al fine di reperire le risorse finanziarie necessarie a tale sottoscrizione la società ha realizzato a sua volta un aumento di capitale di 2,3 milioni al valore nominale. Gritti era già consigliere d’amministrazione del gruppo ed è subentrata nel ruolo di presidente esecutivo ad Andrea Guerra, che nel gennaio 2021 aveva lasciato Eataly per accettare il ruolo di ceo di LVMH Hospitality Excellence, la controllata del colosso del lusso francese che comprende Hôtels Cheval Blanc e Belmond Hotels & Luxury Trains.
I risultati della cura TIP non si sono fatti attendere. Malgrado il perdurare della pandemia, la società ha conseguito nel 2021 un deciso recupero sia in termini di ricavi che di redditività: i risultati dell’esercizio 2021 indicano infatti ricavi di circa 462 milioni (+31% circa rispetto ai 353 milioni del 2020, ma ancora sotto i 511 del 2019) e un ebitda di circa 14,4 milioni (era negativo per quasi 28 milioni nel 2020) e il fatturato atteso per il 2022, come si legge nella nota diffusa ieri, si aggira ora intorno ai 600 milioni. Restavano però ancora una perdita netta di 31,3 milioni (e perdite di gruppo portate a nuovo a fine 2021 per un totale di 69 milioni) e un debito pesante da gestire: il debito finanziario netto era di circa 126 milioni di euro a fine 2021. (si veda qui il bilancio consolidato 2021 di Eataly, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Lo scorso gennaio Eataly Real Estate ha quindi venduto per 60 milioni di euro al fondo Coima Core Fund I, gestito da Coima sgr e che tra i suoi investitori conta Enasarco ed Enpam, l’ex Teatro Smeraldo, oggi sede milanese del gruppo Eataly (si veda altro articolo BeBeez). Eataly, incassato l’assegno, rimarrà con un contratto di affitto di 21 anni nell’immobile situato in Piazza XXV Aprile a ridosso del quartiere di Porta Nuova e Piazza Gae Aulenti. Ma l’azzeramento del debito avverrà invece grazie appunto all’aumento di capitale sottoscritto da Investindustrial.
Quanto al futuro, la ricapitalizzazione servirà anche a sostenere la crescita di Eataly in Italia e nel mondo, valorizzandone la filosofia e il Dna sostenibile, il sostegno continuo alle filiere agroalimentari locali e l’esportazione di prodotti di eccellenza, sia tramite l’espansione dei flagship store su scala globale, sia con lo sviluppo di nuovi formati. Non solo. L’operazione è inoltre finalizzata ad acquistare il restante 40% del business di Eataly negli Stati Uniti dove è già attiva con 8 flagship store.
Eataly è attualmente già presente in Italia, Francia, Germania, America, Canada, Inghilterra, Medio ed Estremo Oriente. Verranno aperti nuovi flagship store e nuovi store format nelle grandi città, il tutto proseguendo nel percorso di sostenibilità che da sempre caratterizza Eataly. Più nel dettaglio, il progetto di crescita di Eataly sostenuto da Investindustrial, grazie alla sua conoscenza del settore alimentare e alla consolidata presenza sul mercato italiano, europeo, statunitense e asiatico, prevede il mantenimento della società in Italia, dove Eataly è nata, una forte crescita negli Stati Uniti,e lo sviluppo nel Middle East – Asia, dove il gruppo è attualmente presente con 16 negozi in franchising.
Nicola Farinetti, ad di Eataly, ha commentato: “L’accordo sottoscritto apre a una partnership strategica che proietta Eataly in una nuova fase della sua storia, che si prospetta di grande crescita a livello internazionale e che ci permetterà di rafforzare il nostro format unico al mondo, promuovere progetti legati all’innovazione e valorizzare i nostri talenti. Siamo felici di compiere questo nuovo cammino insieme a un partner di altissimo profilo quale Investindustrial, che condivide i valori e la visione di Eataly, e che ha scelto di supportarci nel raggiungimento del nostro obiettivo di farci portavoce del Made in Italy in Italia e nel mondo. Il know-how e le risorse che Investindustrial apporterà al modello di Eataly rappresentano una leva straordinaria per guardare al futuro con maggiore fiducia e slancio, forti della nostra storia e in continuità con i risultati raggiunti ad oggi grazie al lavoro di tutte le persone di Eataly”.
Andrea C. Bonomi, presidente dell’Industrial advisory board di Investindustrial, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di poter sostenere un’eccellenza italiana nel mondo come Eataly in qualità di partner industriale di lungo periodo, forti della nostra esperienza nel promuovere lo sviluppo delle aziende che affianchiamo in ottica di uno sviluppo globale improntato sui massimi principi ESG e di sostenibilità. Eataly è una realtà unica che la famiglia Farinetti, grazie alla sua visione e capacità imprenditoriale, ha guidato nella rivoluzione del concetto di cibo italiano di alta qualità in tutto il mondo. La collaborazione tra Investindustrial, la famiglia Farinetti, la famiglia Baffigo / Miroglio e Clubitaly è focalizzata a sostenere il prossimo stadio di crescita di Eataly, preservandone il Dna e l’unicità e mantenendone il profilo di sostenibilità, controllo di filiera ed etica”.
Quanto a Investindustrial ha ormai un lungo track record nel settore alimentare. In particolare, lo scorso agosto, ha fatto due acquisizioni negli Stati Uniti, in cui ha recentemente investito 2,5 miliardi di euro: da un lato Parker Food Group, un’azienda leader nello sviluppo e nella produzione di ingredienti speciali ad alto valore aggiunto nel mercato nordamericano, con particolare attenzione alle inclusioni e alle guarnizioni, ceduta da Riverside Company; e dall’altro una parte rilevante della divisione preparati alimentari di TreeHouse Foods Inc, un leader nella produzione e distribuzione di prodotti alimentari a marchio privato nel canale retail e per la ristorazione in Nord America, quotata al NYSE (si veda altro articolo di BeBeez). Il perfezionamento dell’acquisizione di TreeHouse è previsto per fine anno e la divisione verrà integrata da Investindustrial con la controllata La Doria, primario produttore europeo di legumi, pelati, polpa di pomodoro e succhi di frutta, delistata da Piazza Affari da Investindustrial insieme alla famiglia Ferraioli, prima azionista di riferimento, lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
Investindustrial, oltre a La Doria, conta già varie partecipazioni in società del food. Per esempio nel luglio 2018 aveva comprato il 70% di Dispensa Emilia, azienda leader nella ristorazione fast casual in Italia, fondata nel 2004 e con sede a Modena. Dal gennaio 2019, poi, Investindustrial controlla al 70% Italcanditi, leader italiano nella produzione di ingredienti a base di frutta e creme destinati all’industria alimentare, che a sua volta da allora ha condotto 4 acquisizioni: il 100% di Comprital Group, azienda attiva nella produzione di ingredienti e semilavorati per la gelateria e pasticceria artigianale; il 70% di Rubicone, azienda di riferimento nella produzione di ingredienti per il gelato artigianale; un ramo d’azienda di una società produttrice di preparati alla frutta per lo yogurt; e il 100% di Ortofrutticola del Mugello, azienda specializzata nella pelatura, refrigerazione e surgelazione di castagne e marroni freschi, nonché nella produzione e confezionamento proprio di marron glacés. Dall’ottobre 2020, poi, Investindustrial controlla CSM Ingredients, leader globale nella ricerca e produzione di ingredienti alimentari, che a sua volta lo scorso febbraio ha rilevato Hi-Food, azienda innovativa specializzata nello sviluppo di ingredienti di origine naturale. Per concludere, in Spagna Investindustrial controllava Natra, produttore internazionale di prodotti di cacao e cioccolato principalmente per private label, che aveva delistato dalla Borsa di Madrid nel 2019 e che ha ceduto lo scorso luglio a CapVest. Contando soltanto le aziende italiane specializzate negli ingredienti, cioé CSM Ingredients, Hi-Food e Italcanditi, queste tre società complessivamente fatturano quasi un miliardo di euro.