Articolo pubblicato su BeBeez Magazine n.10 dell’8 luglio 2023
di Giuliano Castagneto
CDP varerà a breve un polo di trasferimento tecnologico dedicato all’agrifoodtech, il quinto polo di technology transfer promosso dal Fondo Technology Transfer, gestito da CDP Venture Capital sgr, lanciato nel settembre 2020 e guidato da Claudia Pingue (si veda altro articolo di BeBeez), tra i maggiori esperti italiani di tech transfer ex direttore generale dell’incubatore PoliHub del Poitecnico di Milano, rafforzata da due anni come venture partner del Fondo Poli360, gestito da 360 Capital Partners (si veda altro articolo di BeBeez). Ad anticipare la notizia del nuovo polo in arrivo è la stessa Claudia Pingue, che aggiunge: “Oltre all’agrifoodtech, seguiranno anche altre verticali, quali l’intelligenza artificiale e il cosiddetto Future of Computing”.
“Sebbene l’Italia sia il quinto paese europeo per volume di brevetti depositati, solo il 10% delle startup italiane proviene dalla ricerca universitaria”, sottolinea Pingue. Di conseguenza CDP Venture Capital ha deciso di focalizzare i suoi sforzi su alcune verticali di ricerca. Le prime sono state robotica, biotech, sostenibilità e space economy e lo strumento utilizzato è sempre quello della costituzione di cosiddetti Poli Nazionali di Trasferimento Tecnologico, che hanno in comune la medesima filosofia operativa: “Si tratta trasformare i prodotti della ricerca in semi lavorati comprensibili per la finanza e il mercato, in modo che possano crescere e diventare vere aziende competitive. Un proof of concept articolato in tre fasi, che come è naturale , non sempre ha un esito positivo”, spiega Pingue, che spiega: “Dell’idea concepita in accademia viene infatti analizzata l’effettiva innovatività, la capacità di risolvere un problema emerso nell’economia e se tale idea sia difendibile attraverso un brevetto. Il secondo passo è poi capire se può essere industrializzata, cioè se è realizzabile a costi sostenibili, infine se è scalabile, cioè se può essere prodotta in volumi che rendono sensato l’investimento. In questo processo, in sostanza un articolato studio di fattibilità tecnico e di business, ciascun Polo del Fondo di Technology Transfer investe fino a 2 milioni di euro”.
Ovviamente c’è anche un tasso di fallimento, ed è qui che risiede l’importanza dell’area diretta da Pingue, che spiega: “Il capitale in queste fasi è necessario, ma non sufficiente. Offriamo ai ricercatori/inventori un mix di supporto all’equity e di consulenza from lab to market, in una fase in cui il mercato, cioè i fondi di venture capital, ancora non riescono ad arrivare”.
Peraltro, proprio a questo proposito va sottolineato che il Fondo Technology Transfer investe sia direttamente nei Poli sia indirettamente in fondi di venture capital altamente specializzati sulle tecnologie di frontiera, nella logica di fondo di fondi, in modo da realizzare un’infrastruttura a supporto dell’intera filiera del trasferimento tecnologico lungo le verticali di interesse.
Ricordiamo che il Fondo Technology Transfer oggi ha una dotazione di 285 milioni di euro, ma nella realtà la potenza di fuoco è ancora maggiore, perché nel settembre 2021 Cdp Venture Capital sgr e Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) hanno siglato un accordo per investire insieme fino a 260 milioni di euro nel trasferimento tecnologico (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, l’intesa mira a dare continuità a ITAtech, la piattaforma di investimento lanciata da CDP e FEI nel dicembre 2016 sempre allo stesso scopo (si veda altro articolo di BeBeez) e che ha poi interamente impiegato la sua dotazione.
Ricordiamo che ITATech ha impegnato l’intera sua dotazione di 200 milioni di euro in cinque fondi: Eureka! Fund di Eureka! Venture sgr; Progress Tech Transfer di MITO Technology, Vertis Venture 3 Technology Transfer di Vertis sgr; Sofinnova Telethon Fund di Sofinnova; e Poli360.
Grazie a questo nuovo accordo con il FEI, il Fondo di Technology Transfer di CDP Venture Capital sgr destinerà fino a 130 milioni di euro della sua dotazione complessiva al co-investimento con FEI, il quale a sua volta si è impegnato a intervenire pariteticamente portando il valore della partnership fino a 260 milioni di euro. L’importante contributo del FEI porterà quindi a superare i 400 milioni di euro lo stanziamento complessivo a favore del trasferimento tecnologico.
A proposito di investimenti, ricordiamo che il fondo già a maggio 2021 aveva puntato 40 milioni in RoboIT, il primo polo nazionale per il trasferimento tecnologico dedicato alla robotica in Italia (si veda altro articolo di BeBeez), Il polo è nato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, coinvolgendo l’Università di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Verona, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Pariter Partners (holding di investimento che guida il primo e unico syndicate network italiano specializzato sul deep-tech), la multinazionale italiana Leonardo, Eureka! Fund I – Technology Transfer (fondo di venture capital di Eureka! Venture sgr, specializzato in scienza e ingegneria dei materiali innovativi anche applicati alla robotica), e Cysero EuVECA (fondo di venture capital di AVM Gestioni sgr spa specializzato in investimenti nella robotica).
Nel novembre 2021 poi il Fondo Tech Transfer aveva stanziato oltre 55 milioni per gli investimenti nella sostenibilità ambientale del polo di trasferimento tecnologico Tech4Planet, nato in collaborazione con il Politecnico di Milano e con il coinvolgimento del Politecnico di Torino e del Politecnico di Bari (si veda altro articolo di BeBeez). La dotazione è poi salita a 65 milioni nell’ottobre 2022 con un potenziale effetto leva stimato complessivo di oltre 130 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre a ottobre 2022, inoltre, il Fondo Technology Transfer ha lanciato Extend, il polo nazionale di trasferimento tecnologico interamente dedicato al settore biofarmaceutico per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici (si veda altro articolo di BeBeez. Il polo è partito con una dotazione complessiva di oltre 23 milioni di euro, sottoscritti per 15 milioni dal fondo di Cdp Venture Capital sgr e per il resto dai partner e co-investitori Evotec (società tedesca leader a livello mondiale nei servizi di integrated drug discovery) e Angelini Ventures (la nuova società del gruppo Angelini Industries che investe in venture capital, con una dotazione di 300 milioni di euro da investire su sanità digitale, biotech e life science). Con un target di raccolta di 30 milioni di euro, l’iniziativa è aperta all’ingresso di nuovi partner industriali e finanziari, per sostenere il finanziamento delle migliori iniziative originate dal sistema di ricerca nazionale, sia in stadio proof of concept sia startup. Non solo. Contestualmente al lancio del nuovo polo, CDP Venture ha anche annunciato che ha stanziato 40 milioni della sua dotazione per sostenere la nascita di nuovi fondi di venture capital specializzati nel settore, in modo da realizzare un’infrastruttura a supporto dell’intera filiera del trasferimento tecnologico in campo biopharma.
Infine l’ultimo polo nato è Galaxia dedicato all’aerospazio che avrà una dotazione target complessiva di circa 30 milioni di euro da investire nei prossimi 4 anni in oltre 30 nuove imprese nelle fasi proof-of-concept (prototipazione) e seed (si veda articolo di BeBeez). I promotori scientifici di Galaxia sono stati il Politecnico di Torino e la Sapienza Università di Roma, insieme ad altre importanti università italiane tra le quali, quella di Padova e il Politecnico di Bari. Come advisor tecnici del progetto hanno agito l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana. Obloo, Lazio Innova e l’Incubatore del Politecnico di Torino I3P, inoltre, coordineranno il programma di business creation, messo a disposizione a livello nazionale per tutte le startup derivanti dall’attività di ricerca che saranno selezionate dal polo stesso per investimenti seed