Il Tribunale di Siena ieri ha omologato il concordato di Sansedoni (si veda qui il comunicato stampa), storica società immobiliare senese partecipata da Fondazione Mps (67%), Banca Mps (21,8%) e dalla cooperativa emiliana Unieco (11,2%), ammessa alla procedura di concordato preventivo nel gennaio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Il salvataggio è stato reso possibile grazie al Gruppo Arrow Global, gruppo di investimento specializzato in crediti deteriorati e ristrutturazione di aziende in difficoltà, intervenuto attraverso le proprie controllate italiane Europa Investimenti e Sagitta sgr, per ristrutturare Sansedoni, mantenendo i livelli occupazionali oltre che valorizzandone il patrimonio immobiliare.
La società immobiliare era stata ammessa alla procedura di concordato in bianco nel dicembre 2018 (si veda qui il Decreto del Tribunale) e già allora si parlava di un accordo con i creditori sulla base di un piano che prevedeva la dismissione del patrimonio immobiliare, una volta opportunamente valorizzato, e la separazione della piattaforma operativa per i servizi immobiliari, considerata ad alto valore aggiunto, il tutto grazie al supporto di un nuovo investitore.
Sansedoni aveva poi depositato il 26 giugno 2019 la domanda di concordato preventivo in continuità, che prevedeva un accordo di ristrutturazione dei 165 milioni di euro di debiti, contestuale a una ricapitalizzazione condotta da Arrow Global e dalle sue controllate italiane Europa Investimenti e Sagitta sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Il piano, invariato rispetto alla proposta di due anni fa, prevede anzitutto un aumento di capitale di Sansedoni di 5 milioni di euro da sottoscriversi da parte di Europa Investimenti. In secondo luogo, è prevista l’istituzione di un fondo chiuso da parte di Sagitta sgr, che sarà sottoscritto dagli istituti bancari creditori della Sansedoni, a fronte dell’apporto dei loro crediti ipotecari e che sarà dotato di nuove risorse finanziarie per 13 milioni di euro da parte della Fondazione Mps (3 milioni) e di Arrow Global (10 milioni), da destinare principalmente a investimenti sugli immobili.
L’assemblea dei creditori chiamata ad approvare il piano era stata fissata inizialmente per il 29 aprile 2020, ma era poi slittata più volte, su richiesta prima dei commissari liquidatori e poi della stessa Sansedoni (si veda La Nazione). Per gestire il patrimonio immobiliare della società, nel giugno 2020 è stata costituita la società PropCo srl, il veicolo nato dalla scissione parziale della Sansedoni nel quale dovrebbero confluire gli immobili ipotecati e il debito ipotecario (si veda La Nazione). Le quote di PropCo saranno fatte confluire, come detto sopra, in un fondo che sarà gestito da Sagitta sgr, le cui quote saranno sottoscritte da tutte le banche creditrici della Sansedoni tramite conversione dei propri crediti ipotecari.
Nell’aprile scorso Sansedoni aveva ricevuto l’ok dei creditori al suo piano concordatario. Era stata raggiunta la maggioranza necessaria ad approvare il concordato di Sansedoni grazie al parere favorevole delle quattro banche creditrici, anzitutto AMCO, che ha ricevuto i crediti deteriorati da Mps nell’ambito dell’operazione Hydra da 8,1 miliardi (si veda altro articolo di BeBeez) e vanta ora verso Sansedoni crediti ipotecari per 123 milioni. Oltre ad AMCO La schiera dei creditori include Banco Bpm, Banca Popolare dell’Emilia-Romagna e il veicolo di cartolarizzazione Rienza spv (si veda altro articolo di BeBeez).
Claudio Nardone, ceo di Sagitta, ha spiegato: “Il salvataggio di Sansedoni è stata un’operazione complessa, sono stati ristrutturati circa 165 milioni di euro di debiti ed è stata data nuova prospettiva sia all’azienda che alla valorizzazione del patrimonio immobiliare. Il ruolo di Sagitta è proprio quello di porsi come gestore di situazioni complesse, andando a contribuire a liberare il valore di asset incagliati, il cui potenziale è bloccato da situazioni di crisi o procedure concorsuali, il cui valore di liquidazione sarebbe molto penalizzante per i creditori. Grazie a questa operazione, non solo andremo a sbloccare il valore della società ma anche a tutelare e integrare nel gruppo le sue risorse umane”.
Stefano Bennati, ceo di Europa Investimenti, ha aggiunto: “Il nostro ruolo è quello di advisor dei fondi di Sagitta. Noi investiemo in Npe e nei piani di ristrutturazione di aziende che, sebbene sane sul piano operativo, non sono in equilibrio finanziario. Ed è proprio quello che abbiamo realizzato in questa occasione, con, in più, la conclusione di un’operazione strategica per il nostro gruppo che, acquisendo il controllo di Sansedoni, rafforzerà significativamente le proprie competenze nella valutazione e gestione di asset immobiliari. Siamo convinti che la ristrutturazione porterà Sansedoni a recuperare valore in breve tempo, anche nell’interesse dei creditori bancari, e permetterà il rilancio di una storica società senese”.
Un altro caso in cui l’intervento della finanziaria guidata da Bennati è stato determinante è quello della Gestioni Ambientali di La Spezia, dichiarata fallita dal locale Tribunale nel 2014, e in cui Europa Investimenti, tramite il veicolo Lanzone Due, ha assunto il ruolo di assuntore. A seguito di ciò, il Tribunale di La Spezia lo scorso febbraio ha omologato il concordato (si veda altro articolo di BeBeez).
Non è andata altrettanto bene nel caso di Seci (holding della famiglia Maccaferri) che lo scorso maggio aveva scelto Europa Investimenti come partner finanziario nell’attuazione del piano previsto dal concordato in continuità di quest’ultima, approvato dal Tribunale di Bologna (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia lo scorso luglio lo stesso Tribunale ha dichiarato il fallimento di Seci, fissando per il 25 novembre l’esame dello stato passivo della holding (si veda altro articolo di BeBeez).
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