Frigiolini & Partners Merchant e Banca di Cherasco, con il supporto di BDO Tax e dello Studio Legale Orrick, sono pronti a promuovere un programma di minibond collegati allo smobilizzo dei crediti fiscali legati al superbonus 110% per l’efficientamento degli edifici privati, finalizzato ad aumentare la liquidità delle imprese, in particolare del settore edile.
L’operazione è stata annunciata in occasione del consueto evento annuale di F&P Merchant e Fundera a Villasimius, tenutosi dal 12 al 14 ottobre, da Leonardo Frigiolini, ceo di F&P Merchant, e Danilo Rivoira, vice direttore generale di Banca Cherasco. Lo scrive CrowdfundingBuzz, precisando che la prima emissione è prevista entro la fine dell’anno.
I dettagli dell’operazione sono ancora coperti da riservatezza, ma da quello che è stato detto dagli ideatori si tratta di un progetto che vede coinvolta la Banca di Cherasco nell’individuazione dei crediti generati dalla propria clientela, BDO Tax nella loro due diligence e validazione, F&P Merchant nel ruolo di advisor e arranger, lo Studio Legale Orrick come advisor legale e il portale di crowdfunding Fundera per il collocamento.
Verranno costituite delle società veicolo di cartolarizzazione che acquisteranno i crediti fiscali dalle pmi, emettendo minibond asset backed, da collocare a banche e Confidi vigilati ex art 106, permettendo loro di partecipare profittevolmente a questo business semplicemente come investitori, evitando di attivare procedure complesse e costose per lo smobilizzo dei crediti. Fundera, in attesa dell’entrata in vigore del Regolamento Europeo sul crowdfunding nel novembre 2023 (si veda altro articolo di BeBeez), potrà collocare i minibond 110% fino a 8 milioni di euro per ciascuna società-veicolo e per ciascun anno (poi il limite sarà di 5 milioni, si veda altro articolo di BeBeez).
L’idea innovativa studiata da F&P Merchant è che i minibond in questione prevederanno un rimborso agli investitori sia in denaro sia direttamente in crediti fiscali di importo corrispondente, in questo caso mediante il trasferimento di crediti fiscali immediatamente utilizzabili in compensazione con la fiscalità corrente dell’investitore.
Banca di Cherasco aveva prima d’ora attivato un piano di cessioni di crediti fiscali ad altre banche e intermediari finanziari, ma attraverso questo programma sarà possibile ampliare la portata dell’iniziativa rendendola ancor più efficace.
Si tratta in sostanza di una soluzione studiata per superare la situazione di stallo nello smobilizzo dei crediti fiscali che si è venuta a creare come noto a seguito dell’introduzione di norme più stringenti in merito all’assunzione di credito da parte delle banche e che avevano introdotto la responsabilità in solido di cedente e cessionario del credito in caso di irregolarità (art. 121 co. 6 articolo 121, comma 6, del decreto-legge 19 maggio 2020 o Decreto Rilancio).
E’ vero comunque che nel frattempo la legge di conversione N° 142 del decreto 115-22 (Decreto Aiuti Bis) del 21 settembre 2022 ha di fatto sbloccato il “cassetto fiscale” di crediti d’imposta accumulati dalle banche negli ultimi mesi in relazione ai vari bonus legati all’edilizia, deliberati negli ultimi anni dai vari governi per alleviare le conseguenze negative soprattutto del lockdown. La nuova legge stabilisce infatti che la cessione del credito d’imposta legato al Superbonus 110% da parte di un operatore non finanziario limita la responsabilità in solido del cessionario (la banca) in caso di irregolarità nei confronti dell’Agenzia delle Entrate ai casi di dolo o colpa grave, naturalmente per i crediti che abbiano ricevuto tutti i visti e certificazioni del caso. Questa limitazione della responsabilità, oltre a sbloccare il meccanismo del Superbonus, consente alle banche di cedere i crediti d’imposta ad altri operatori, finanziari e non finanziari (si vedano qui i primi due casi di Autotorino e Sideralba, che hanno appunto acquisito crediti fiscali da Intesa Sanpaolo, rispettivamente, per 200 e 175 milioni). Questi ultimi hanno così la possibilità di compensare le proprie passività verso l’Erario con i crediti acquisiti, mentre le banche possono riprendere ad acquisire crediti legati ai Bonus. Il tutto tenendo però conto dei chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate contenuti nelle sue recenti circolari n. 23/E dello scorso giugno e n. 33/E dello scorso ottobre.
Ricordiamo che, sempre per finanziare interventi di miglioramento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare da parte di pmi, avvalendosi del credito fiscale Superbonus, FIPS VITA, fondo di diritto francese gestito da LBO France, tramite i comparti della serie Property Improvements Bonds, aveva lanciato lo scorso febbraio il programma VITA Superbonus (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’arco di 8 settimane sono stati sottoscritti 18 green bond per circa 100 milioni di euro e quindi lo scorso giugno è stata varata la seconda fase di emissioni (si veda altro articolo di BeBeez). I minibond in questione, che hanno una scadenza massima di 18 mesi, sono emessi dalle pmi italiane per finanziare i costi di interventi di riqualificazione e sono garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI gestito dal Mediocredito Centrale. Il fondo Fips Vita acquista poi i minibond emessi dalle pmi finanziandosi a sua volta, emettendo vari tipi di quote, che vengono sottoscritte da investitori istituzionali.
Di tutto questo si parlerà il prossimo 17 novembre in occasione della BeBeez Academy dedicata alle Novità in tema di cessioni e ricessioni dei crediti Superbonus (per informazioni e iscrizioni clicca qui).