E’ scaduta il 20 marzo scorso, senza che si sia arrivati a un accordo, l’esclusiva concessa da Cerved a Intrum per rilevare la sua divisione credit management. Sono state pertanto interrotte le trattative, anche alla luce della congiuntura economica dovuta all’emergenza sanitaria da Coronavirus. Lo ha reso noto Cerved in una nota il 21 marzo scorso (si veda qui il comunicato stampa).
Dal canto suo, Intrum il 13 marzo scorso aveva già annunciato che alla luce degli eventi globali attuali, intendeva ridurre il suo livello di investimenti, aumentare il tasso di rendimento richiesto per quelli nuovi, rivedere i suoi progetti di m&a in corso e procedere all’acquisto di azioni proprie (si veda qui il comunicato stampa).
Intrum aveva ottenuto l’esclusiva nella trattativa a metà febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Reuters, le due società lasciano aperta la porta a una ripresa futura delle trattative, che secondo i rumors avevano portato Intrum Italia a una offerta di 450 milioni di euro per l’unità di recupero crediti di Cerved. L’accordo avrebbe rappresentato la prima grande mossa di consolidamento nel settore dei crediti in sofferenza in Italia, oltre che la quinta acquisizione in Italia per Intrum, dopo quella della piattaforma di Intesa Sanpaolo, e dopo quella di CAF nel dicembre 2017, rilevata da Lone Star insieme a un portafoglio di Npl da 370 milioni (si veda altro articolo di BeBeez); quella di Gextra nel maggio 2017, rilevata da Italfondiario e dalla fondatrice Francesca Carafa, che è rimasta nel team (si veda altro articolo di BeBeez); e quella di Cross Factor nella primavera 2016.
Cerved Credit Management è sul mercato dal settembre 2019, con il gruppo che aveva dato mandato a Mediobanca perché esplorasse le opzioni strategiche per il futuro della divisione (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2019 si diceva che Intrum si stessse giocando la partita con Credito Fondiario, mentre Bain Capital e doValue avevano perso terreno (si veda altro articolo di BeBeez). La divisione, valutata attorno ai 400 milioni di euro, ha chiuso i nove mesi 2019 con 128 milioni di euro di ricavi (su un totale di 325,9 milioni dell’intero gruppo) e un ebitda di 44,8 milioni (su 142,9 milioni). La valutazione corrisponde a un multiplo enterprise value/ebitda di 6,5 volte applicato a un ebitda rettificato stimato per il 2019 di circa 60 milioni. I numeri, però, non incorporano l’impatto della cessazione delle attività di special servicing sui crediti in sofferenza tra la piattaforma Juliet e Banca Mps, avvenuta nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez), quindi la stima dell’ebitda a 60 milioni potrebbe essere eccessiva.
A fine gennaio 2020 Cerved Group ha acquisito per 43,25 milioni di euro, tramite la controllata Cerved Credit Management srl, il restante 50,1% di Quaestio Cerved Credit Management, la società con la quale Quaestio Holding sa e Cerved avevano acquisito nel 2017 da Mps la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati Juliet e contestualmente si erano assicurati un contratto decennale di servicing per la gestione in outsourcing dei flussi futuri a sofferenza di tutte le banche italiane del Gruppo Mps (si veda altro articolo di BeBeez).
Cerved Group aveva chiuso il 2018 con un ebitda rettificato in aumento del 14,8% a 208,5 milioni dai 181,7 milioni del 2017, anche in questo caso grazie a un balzo compiuto dalla divisione Credit Management, il cui ebitda è quasi raddoppiato, passando a 52,4 milioni e un utile netto rettificato in rialzo addirittura del 24,5% a 117,1 milioni dai 94,1 milioni del 2017 (si veda altro articolo di BeBeez). La vendita della divisione relativa al servicing dei crediti deteriorati permetterebbe al gruppo Cerved di portare a casa capitali importanti, in grado di risollevare le sue quotazioni, dopo il dietrofront di Advent International sull’annunciata opa nel marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Gruppo Cerved dall’aprile 2019 è guidato dal ceo Andrea Mignanelli, affiancato dal presidente esecutivo Gianandrea De Bernardis (si veda altro articolo di BeBeez). Mignanelli, prima a capo di Cerved Credit Management, era stato indicato come ceo fin da marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito delle dimissioni a sorpresa di Marco Nespolo nell’ottobre 2018 e la sua sostituzione in corsa con De Bernardis. Nespolo ha lasciato il gruppo per ricoprire il ruolo di ceo per la cartiera Fedrigoni, controllata da fine 2017 da Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto a Intrum, è il maggiore operatore mondiale dei servizi al credito, nato alla fine di giugno 2017, dall’unione della norvegese Lindorff (controllato da Nordic Capital) e della svedese Intrum Justitia (si veda altro articolo di BeBeez). Intrum Italy è la joint venture tra Intesa Sanpaolo (49%) e il gruppo svedese Intrum (51%), nella quale sono confluiti circa 600 dipendenti della direzione recupero crediti di Intesa Sanpaolo e dei team operativi di leasing & Reoco, a valle dell’accordo siglato nell’aprile 2018 in base al quale Intesa Sanpaolo ha ceduto un portafoglio di Npl da 10,8 miliardi di euro a un veicolo di cartolarizzazione che ha emesso titoli abs la cui componente equity è stata sottoscritta al 51% da Intrum e da Carval Investors (rispettivamente per il 41% e 10%) e per il resto da Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez). La società è presieduta da Giovanni Gilli e guidata dall’amministratore delegato Marc Knothe.