Il controllo di Sirti, leader in Italia nella realizzazione di infrastrutture per reti telco ed energia, passerà al fondo Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund (RSCT). A cedere la quota sarà K Equity Italy 2 sarl (KEI2), società di diritto lussemburghese, in ultima istanza controllata da KKR, che era stato unico sponsor della piattaforma lanciata nel 2015 da Pillarstone, a sua volta oggi advisor anche dello stesso fondo RSCT.
Lo si evince dall’ultimo Bollettino dell’AGCM, che dà il via libera all’operazione, precisando che il fondo RSCT acquisirà il controllo esclusivo su Sirti e le società dell’omonimo gruppo, attraverso l’acquisizione del controllo esclusivo sulla controllante PS Reti spa, a fronte dell’acquisto di una partecipazione compresa tra l’80% e il 90% del capitale, corrispondente al 90-100% dei diritti di voto, cui saranno associati tutti i diritti di governance. Ma attenzione solo una parte (tra 0 % e 10%) dei diritti economici sarà associata alla nuova partecipazione in portafoglio al fondo RSCT. Da un minimo del 90% sino a un massimo del 100% dei diritti patrimoniali, infatti, continuerà a spettare a KEI2.
Con questa operazione in sostanza, si assicura piena continuità ed efficienza gestoria, incardinando tutta la governance in capo al fondo RSCT, che è già indirettamente titolare della maggioranza dei crediti finanziari nei confronti di Sirti. Mentre appunto KKR resterà investito per una quota di minoranza e soprattutto manterrà tutti i diritti patrimoniali. Con buona pace delle voci che circolavano da fine 2021 a proposito di un disinvestimento della piattaforma da Sirti (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, quindi, si configura in maniera diversa dalle cosiddette GP-led transactions che si sono viste spesso in questi ultimi anni a opera di vari colossi del private equity internazionale, che non hanno voluto vendere a terzi partecipazioni in aziende detenute da fondi che erano arrivati vicini al termine di scadenza, preferendo passarle a un nuovo fondo sulla base di una valutazione evidentemente ritenuta più interessante per tutti. Casi simili relativi ad aziende italiane sono stati per esempio quelli di Teamystem e di Dainese ad opera, rispettivamente, di Hellmann&Friedmann e di Investcorp.
Quanto al fondo RSCT, dedicato alla gestione e valorizzazione di crediti corporate UTP, ricordiamo che è partito nel 2020 con una dotazione di 600 milioni di euro, grazie al trasferimento al fondo di un portafoglio di crediti verso 14 società di diversi settori, tra cui retail, consumer and industrial goods, manufacturing, IT services & infrastructure, logistica e leisure. I crediti erano inizialmente sul bilancio di Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit, BPER Banca, Crédit Agricole Italia e Crédit Agricole FriulAdria (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo RSCT, di cui è advisor Pillarstone, è gestito formalmente da Davy Global Fund Management, che a sua volta nel luglio 2021 è stata acquisita dall’asset manager irlandese IQ-EQ, controllato dal private equity paneuropeo Astorg (si veda qui il comunicato stampa di allora).
KKR era stato unico sponsor della piattaforma lanciata da PIllarstone nel 2015, che aveva inizialmente acquisito in blocco da Unicredit e Intesa Sanpaolo i crediti UTP corporate verso sei aziende per un totale di un miliardo di euro lordi (si veda altro articolo di BeBeez) e che successivamente, nel 2016, aveva acquisito l’intero capitale di Sirti dai soci industriali (Techint e Stella Jones), da BI-Invest (la holding della famiglia Bonomi,) dai fondi di private equity Clessidra e 21 Investimenti, dai fondi di debito Ver Capital e Emisys Capital e da Banca Imi (socia dopo aver convertito un precedente prestito convertendo di 40 milioni). La piattaforma di PIllarstsone aveva inoltre acquisito i crediti in bilancio alle banche (si veda altro articolo di BeBeez), procedendo poi alla ristrutturazione finanziaria e industriale del gruppo, che ora ha completato il turnaround e annunciato il completamento del Piano di Trasformazione Competitiva con due anni di anticipo rispetto ai target annunciati (si veda qui il comunicato stampa).

Sotto la guida dell’amministratore delegato Laura Cioli, Sirti ha infatti chiuso il bilancio 2022 con ricavi pari a 743 milioni di euro, in incremento dell’11% rispetto ai 667 milioni di euro del 2021. La società ha inoltre riportato un significavo balzo dell’ebitda, +45% rispetto all’anno precedente, normalizzato per gli effetti dollaro e rivalutazione TFR, passando dai 40 milioni di euro del 2021 agli attuali 58 milioni di euro, a fronte di un debito finanziario netto di 100,5 milioni di euro. Il gruppo vanta inoltre un backlog di contratti assegnati e ordini pari a circa 1,4 miliardi. Non solo. In occasione dei conti 2022 è stato anche presentato il Piano Industriale al 2027 che prevede il raggiungimento di oltre un miliardo di euro di ricavi, un ebitda di oltre 100 milioni di euro e oltre mille assunzioni.
Risultati 2022 sono stati trainati dalle performance positive di entrambe le principali società del gruppo. Sirti Telco Infrastructures ha infatti generato ricavi pari a 517 milioni di euro, con un +12% rispetto al 2021 e un ebitda normalizzato in crescita del +40%, a 34,6 milioni, mentre Sirti Digital Solutions ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 226 milioni di euro (+11% rispetto all’anno precedente) e un ebitda normalizzato di 23,3 milioni di euro, in crescita del +50% se comparato con il 2021.
Negli anni passati Sirti ha nel frattempo acquisito e venduto società. Nel novembre 2020 aveva annunciato la vendita della sua Business Unit Trasporti a Mermec spa, gruppo che sviluppa soluzioni tecnologiche integrate per la gestione della sicurezza e il miglioramento delle reti ferroviarie del Gruppo Angel (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre nel luglio 2022 ha venduto Sirti Energia spa a EXI (ex Ericsson Servizi Italia), controllata dalla holding di investimento tedesca Mutares (si veda altro articolo di BeBeez). Sirti Energia era la ex Foi & Vitali Elettrodotti, società specializzata nella gestione e manutenzione di linee elettriche alta-media-bassa tensione, acquisita dal gruppo Sirti nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019 Sirti aveva inoltre acquisito il 75% di Wellcomm Engineering, società leader sul mercato italiano in ambito cybersecurity (si veda altro articolo di BeBeez).