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In vista dell’assemblea di bilancio dell’Inter fissata per il prossimo 28 ottobre, il confronto con i numeri, che già sappiamo indicheranno una situazione finanziaria molto critica, ha risvegliato per l’ennesima volta una ridda di ipotesi sul futuro dell’Inter.
Quella appena passata è stata infatti una settimana ricca di colpi di scena, con il ritorno alla ribalta dell’interesse ad acquisire il controllo della squadra di calcio nerazzurra da parte del Pubic Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell’Arabia Saudita con circa 430 miliardi di dollari di asset in gestione, secondo l’SWF Institute, presieduto da Mohammad bin Salman bin Abdulaziz Al Saud, principe ereditario della corona saudita e vice Primo Ministro dell’Arabia Saudita. Ma i tifosi interisti non hanno fatto in tempo a commentare l’ipotesi, che ora già si dice che in realtà PIF potrebbe preferire andare alla carica con la Lega Calcio Serie A, dopo il nulla di fatto con la cordata CVC-Advent-FSI (si veda altro articolo di BeBeez).
A scatenare il dibattito è stato prima un articolo di Libero pubblicato mercoledì 13 ottobre che parlava di recente contatti tra PIF e il colosso cinese Suning proprietario del club sulla base di una valutazione di un miliardo di euro (ricordiamo che, secondo i calcoli di Kpmg, l’Inter oggi vale 877 milioni di euro, si veda altro articolo di BeBeez); e poi un altro articolo, sempre di Libero pubblicato venerdì 15 ottobre, che ha riferito del cambio di obiettivo da parte dei sauditi, che potrebbero preferire la Serie A alla sola Inter.
PIF è peraltro reduce dall’acquisizione del blasonato club britannico Newcastle, affiancato dai coinvestitori PCP Capital Partners e RB Sports & Media (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo la BBC, l’operazione vale 300 milioni di sterline, in linea con la valutazione di 305 milioni di sterline che già circolava lo scorso marzo, quando l’offerta precedente era finita in un nulla di fatto e già si parlava a quel punto di un interesse per l’Inter (si veda altro articolo di BeBeez). PIF aveva infatti confezionato nell’aprile 2020 l’offerta per la squadra britannica, già allora insieme al PCP Capital Partners di Amanda Staveley e al gruppo Reuben Brothers, a cui sarebbe andato un 10% del club ciascuno. Alla fine in PIF ha effettivamente comprato l’80% del capitale della squadra con i coinvestitori che hanno acquisto il restante 20%.
Ora, sappiamo che Suning non ha intenzione di supportare ulteriormente la squadra italiana, visto che ha già i suoi problemi a casa sua (si veda altro articolo di BeBeez), ma c’è da capire che cosa vorrà fare il suo finanziatore Oaktree Capital Management, che ha in pegno le azioni dell’Inter.
Il punto di partenza, si diceva, sono i numeri. A fine settembre l’Inter ha comunicato ufficialmente che, per l’esercizio che si è chiuso il 30 giugno 2021, i ricavi consolidati si sono attestati a 364,7 milioni di euro e che si è registrata una perdita di 245,6 milioni, a cui hanno principalmente contribuito l’azzeramento degli introiti da gara derivante dalla chiusura degli stadi (dato che si confronta con il 2020 quando le chiusure erano iniziate nei primi giorni di marzo), le riduzioni contrattuali degli sponsor dovute all’impossibilità di erogare benefit da parte della società e la liquidazione di rapporti di natura sportiva (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che nei sei mesi che si erano chiusi al 30 dicembre 2020 la perdita era stata contenuta a 62,7 milioni, al confronto di una perdita di 32,7 milioni nello stesso periodo dell’esercizio fiscale 2019-2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Mentre ricordiamo che il bilancio al 30 giugno 2020 si era a sua volta chiuso con una perdita che è stata “solo” di 100 milioni grazie alla plusvalenza incassata per la vendita di Mauro Icardi (si veda altro articolo di BeBeez). Il che significa che le cose sono andate molto peggio di prima per l’Inter tra gennaio e giugno 2021.
Per puntellare la situazione e dotarsi delle risorse necessarie al supporto del capitale circolante, lo scorso maggio la Suning della famiglia Zhang è riuscita a ottenere da Oaktree un finanziamento da 275 milioni di euro a tre anni al tasso del 9% e appunto garantito dalle azioni del club in mano a Suning (si veda altro articolo di BeBeez). Il finanziamento è stato erogato a Great Horizon sarl, il veicolo lussemburghese che con il quale Suning controlla FC Inter. Sarà quindi via via poi Great Horizon che trasferirà a FC Inter i capitali necessari per la gestione del business.
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A questo proposito è interessante leggere la Relazione sui nove mesi al 31 marzo 2021 della controllata dell’Inter al 100% Inter Media and Communication spa (si veda qui la presentazione agli analisti e qui la Relazione completa), unico amministratore e gestore dei settori media, broadcasting e delle sponsorizzazioni di FC Inter ed emittente del bond da 375 milioni di euro in scadenza nel 2022, emesso in una prima tranche da 300 milioni nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) e in una seconda tranche da 75 milioni lo scorso agosto 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). A pag. 7 della Relazione, infatti, viene detto chiaro che il finanziamento spuntato dall’azionista di maggioranza ha “l’obiettivo di supportare il nostro gruppo per migliorare la posizione di flussi cassa, prima di raggiungere l’obiettivo finale di un’operazione che porti la società al pareggio“. In quest’ottica, si legge ancora, “immediatamente dopo il closing abbiamo ricevuto un’iniezione di cassa di 50 milioni di euro nella forma di finanziamento soci erogato a TeamCo(FC Inter, ndr)” e “abbiamo inoltre raccolto 22,2 milioni attraverso il pagamento di contratti commerciali con parti correlate”.
Intanto la gran parte dei precedenti finanziamenti soci erogati da Suning all’Inter è stata convertita a capitale. In particolare, si legge ancora nella Relazione sui nove mesi di Inter Media (pag. 35), “nei nove mesi terminati al 31 marzo 2021 è stato convertito a riserva di capitale un totale di 85,2 milioni di euro, lasciando ancora un ammontare residuo di 31,9 milioni (più interessi cumulati di 15,9 milioni). Un’ulteriore conversione di 23 milioni di euro è stata condotta in aprile 2021″.
I problemi di Suning, quindi, sono due: da un lato c’è da rifinanziare il bond che scade nel 2022 e a questo proposito, sempre nella Relazione sui nove mesi di Inter Media (pag. 7) si legge che il processo di rifinanziamento stava per partire (si parla di un nuovo bond in arrivo da 400 milioni di euro); e dall’altro che ci sarà da rifinanziare il finanziamento erogato da Oaktree e in scadenza nel 2024. Proprio per questo, infatti, non è escluso che in prospettiva Oaktree possa arrivare a rilevare anche la quota dell’azionista di controllo Suning, nel momento in cui l’Inter non fosse in grado di rimborsare il finanziamento a scadenza. Un film già visto nel 2018 nel caso dell’AC Milan con la staffetta tra il finanziere cinese Yonghong Li ed Elliott (si veda altro articolo di BeBeez).
Non solo. Di questo passo i 275 milioni di Oaktree verranno bruciati molto prima dei tre anni, se il fabbisogno di cassa continuerà a essere lo stesso e quindi si potrebbe riproporre ben prima un problema di liquidità.
Da qui la necessità di trovare un investitore finanziario che inietti nuova finanza, ma questa volta nella forma di equity e non di debito. Ricordiamo che a oggi FC Inter fa capo al gruppo cinese Suning, come detto tramite Great Horizon sarl (68,55%), al fondo LionRock Capital, tramite International Sports Capital spa (31,05%), e ad azionisti di minoranza (0,40%). LionRock è un operatore di private equity di Hong Kong che, oltre che essere azionista di FC Inter, è anche un investitore in Suning Sports International, parte dello stesso gruppo Suning. LionRock aveva comprato la sua quota nel gennaio 2019, rilevandola dall’indonesiano Erick Thoir (si veda altro articolo di BeBeez). Allora si era parlato di un valore di almeno 150 milioni di euro, ma nei mesi scorsi sono circolati documenti di Goldman Sachs sull’operazione, che hanno evidenziato che la cifra era stata di 166 milioni, di cui però 133 milioni erano stati prestati da Suning Sports International e da Great Horizon. Si era immaginato che contestualmente al finanziamento, Oaktree avrebbe comprato anche quella quota di equity di LionRock, ma così non è stato.
A questo punto rientra quindi in scena l’ipotesi Public Investment Fund, che come noto è il braccio che Mohammad bin Salman sta utilizzando per implementare il suo Saudi Vision 2030, un piano strategico di trasformazione del Paese lanciato nel 2016 con l’obiettivo di rinnovarne l’immagine internazionale e il modello economico, rendendolo via via meno dipendente dal petrolio e diversificando gli investimenti, forte di un’immensa liquidità accumulata con l’oro nero in questi anni, gran parte della quale è appunto stata convogliata nel PIF. Il fondo considera oggi i settori Entertainment, Leisure and Sports tra quelli più interessanti nei quali investire. Inoltre, acquistando una squadra di calcio di primo livello come l’Inter, Mohammad bin Salman lancerebbe la sfida alle proprietà di Qatar ed Emirati Arabi Uniti cui oggi fanno capo il Paris Saint Germain e il Manchester City. A capo delle operazioni di private equity dallo scorso settembre è arrivato Tony Hage, che ha sostituito Kevin O’Donnell. Hage è stato sinora senior advisor dello statunitense Mercer Investments e ha lavorato in precedenza per Konstellation, Axis Strategic Partners e Bliss Capital.
L’Italia sta catalizzando l’interesse di PIF in questi ultimi tempi. Lo scorso agosto infatti ha siglato un accordo per acquisire una partecipazione di minoranza in Horacio Pagani spa, la holding che possiede l’intero capitale di Pagani Automobili spa, il produttore di iconiche supercar. Si dice che la quota in questione sia attorno al 30% (si veda altro articolo di BeBeez). PIF si è così affiancato nel capitale di Horacio Pagani agli attuali azionisti di minoranza Nicola Volpi (ex managing partner di Permira) ed Emilio Petrone (amministratore delegato di Sisal), sia direttamente sia attraverso il loro veicolo di investimento Movidea srl, mentre la famiglia Pagani (sia direttamente sia attraverso la holding Geminis srl) continuerà a detenere il controllo della società come azionista di maggioranza. Proprio Volpi è indicato come il punto di contatto tra PIF e l’Inter, visto che il manager tra il 2014 e il 2018 è stato membro del consiglio di amministrazione dell’Inter, quando l’azionista di riferimento era Erik Thoir.
Il tutto ha poi sullo sfondo il progetto di azionariato popolare di Interspac srl, promosso dall’economista Carlo Cottarelli (già commissario per la revisione della spesa pubblica e presidente incaricato prima della formazione del governo Conte) e supportato, oltre che decine di tifosi interisti noti tra uomini di finanza, sportivi, musicisti, scrittori, giornalisti, conduttori televisivi, da circa 100 mila altri tifosi, quasi tutti interisti, che hanno risposto al sondaggio sull’azionariato popolare lanciato a fine giugno da Interspac dicendosi disposti a diventare proprietari della squadra per cui tifano (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa con i risultati). Forti di questo risultato, lo scorso 24 settembre i promotori di Interspac hanno tenuto un convegno sul tema dell’azionariato popolare e Cottarelli ha sottolineato il fatto che “è normale nei club caratterizzati da azionariato popolare avere un contributo annuale, che per i soci ordinari può essere intorno ai 50-60 euro, come quota associativa. Chi investe 1000 potrebbe impegnarsi a versare 50 ogni anno. In generale, associare all’investimento iniziale un versamento del 5% di tale investimento ogni anno, almeno per un limitato periodo di tempo, sembra ragionevole alla luce della esperienza dei club con azionariato popolare” (si veda qui l’intervento di Carlo Cottarelli). Insomma, anche da questo fronte potrebbero arrivare parecchi capitali, sebbene in questo caso strutturare l’operazione potrebbe non essere banale. Interspac è un veicolo il cui nome richiama quello delle Spac (Special Purpose Acquisition Company), perché come una Spac punta a raccogliere capitali da investire successivamente in un’unica società target, che in questo caso è già ben definita ed è appunto FC Inter. Le Spac vengono quotate e di questo ancora non si parla per Interspac, mentre il progetto richiama di più quello di una campagna di equity crowdfunding che però, visti i numeri di cui si parla, dovrebbe necessariamente prevedere la pubblicazione di un prospetto informativo Consob.