HAT sgr, società di private equity con sede a Milano e Londra controllata, attraverso Horizon srl, da Ignazio Castiglioni (ceo) e Nino Attanasio (presidente) annuncia l’acquisizione del 65% della bresciana Texor, operatore strategico che opera nel settore ICT & System Integration in Italia con un’attività focalizzata sulle infrastrutture di rete ad alta criticità (si veda qui il comunicato stampa).
I soci fondatori e manager di Texor, oltre a mantenere una partecipazione di minoranza qualificata pari al 35% del capitale, continueranno a rivestire ruoli apicali in azienda, in linea con la strategia di crescita condivisa.
Con questa operazione, HAT conclude con successo il periodo di investimento del fondo HAT Technology Fund 4 e dà il via ad una nuova fase di sviluppo grazie al nuovo fondo HAT Technology Fund 5 da 200 milioni di euro, che ha completato il primo closing a febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Al termine della raccolta, il volume totale delle risorse gestite da HAT raggiungerà i 600 milioni di euro complessivi.
Banco BPM ha agito in qualità di banca agente e banca finanziatrice dell’operazione di acquisizione di Texor.
L’operazione è stata gestita dal team di investimento di HAT, composto da Ignazio Castiglioni, Adriano Adriani, Investment Director e Alessandra Dalla Ca’, Investment Analyst. Nell’operazione, HAT è stata assistita da Orrick, Herrington & Sutcliffe (assistenza legale nell’ambito dell’acquisizione e nel finanziamento bancario), LMS Studio Legale (assistenza legale nell’ambito dell’acquisizione), OC&C (due diligence di business), Grant Thornton Financial Advisory Services (due diligence finanziaria), Russo De Rosa Associati (aspetti di carattere fiscale), ERM Italia (ESG due diligence). I soci venditori di Texor sono stati assistititi da Gatti Pavesi Bianchi Ludovici (aspetti legali e fiscali). Banco BPM è stata assistita dallo Studio legale Molinari Agostinelli (assistenza legale nell’ambito del finanziamento bancario).
Contestualmente all’ingresso di HAT, viene nominato Giuseppe Caruso quale nuovo ceo di Texor per guidare l’azienda nella nuova fase di sviluppo ed espansione. Caruso, laureato in Ingegneria Nucleare al Politecnico di Milano, ha oltre 30 anni di esperienza nel settore ICT. Ha trascorso 15 anni in IBM, dove è stato Direttore Generale del Settore Finance in Italia, prima di entrare in e.Biscom, dove ha costituito B2Biscom, start-up specializzata nelle attività B2Business di cui è stato amministratore delegato. Ha ricoperto inoltre ruoli di ad e membro di consigli di amministrazione di alcune importanti realtà italiane del settore ICT (Banksiel, TAS, Finsiel, Energeya), oltre ad aver accumulato un’esperienza nel settore della consulenza strategica direzionale in Value Partners.
Fondata a Brescia nel 2004 dai soci manager Stefano Bosio e Fausto Franceschini e partecipata anche dai manager Pierfranco Bandera, Graziano Rodegari, Francesco Ambrosetti e Marco Pedersini, Texor è un system integrator con elevato know-how specializzato nella progettazione, implementazione ed assistenza di reti WAN e SD WAN, reti LAN, reti MPLS e reti datacenter, in ambito di networking e di network security. La società offre ai propri clienti servizi ad elevato valore aggiunto, che spaziano dalla fornitura di apparati hardware/software, alla manutenzione, assistenza, consulenza e progettazione, configurazione e validazione di specifiche architetture di rete, adottando le migliori tecnologie disponibili sul mercato, anche grazie alle solide partnership e certificazioni con i principali vendor del settore a livello mondiale (Juniper, Fortinet, Arbor Networks, Palo Alto, Nutanix e Gigamon).
Texor è partner di alcuni tra i più importanti operatori italiani e internazionali nei settori fintech e utility, tra cui Nexi, Euronext(ex Borsa Italiana), A2A, Prysmian e altri player di primario standing che operano nei mercati per i quali la rete rappresenta un asset critico per il successo del business. Negli ultimi cinque anni la società ha continuato a crescere con un tasso annuo superiore al 15%, registrando nel 2023 un fatturato di 14 milioni di euro e un ebitda di oltre il 25% dei ricavi. La società ha chiuso il 2022 con 12 milioni di euro di ricavi, 3 milioni di ebitda e liquidità netta di 2,4 milioni (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Ignazio Castiglioni, ceo di HAT, ha commentato: “Texor rappresenta un’eccellenza nel suo settore. Con l’acquisizione di Texor, l’ultima del nostro quarto fondo, chiudiamo un capitolo importante del percorso di HAT e avviamo una nuova fase di crescita grazie al nuovo fondo Hat Technology Fund 5 da 200 milioni di euro, lanciato a febbraio 2024″.
Grazie al know-how e alla lunga expertise nel mondo dell’innovazione maturata in oltre 15 anni di attività, HAT si pone l’obiettivo di affiancare Texor e sostenerla in un ambizioso progetto di sviluppo, che prevede l’ampliamento delle attività, delle partnership e dei mercati in cui oggi opera. Il progetto potrà inoltre essere accelerato da operazioni strategiche di acquisizione di società target che operano in nicchie specifiche di mercato in grado di consolidare l’offerta commerciale di Texor e il suo posizionamento. HAT contribuirà attivamente nello sviluppo di Texor grazie al solido track record maturato nei settori ICT, Technology, Digital & Robotics che rappresentano il focus della strategia di investimento dei suoi fondi, incluso il quinto fondo di private equity appena lanciato.
Nata nel 2007, HAT vanta un track record di successo contrassegnato da oltre 90 investimenti diretti e indiretti attraverso le società in portafoglio, con ritorni superiori anche a 5 volte i capitali investiti. Tra questi, SIA spa (soluzioni it e tecnologie per il settore bancario e finanziario, ceduta e fusa per incorporazione in Nexi), Safety21 spa (smart mobility, venduta al private equity tedesco Bregal Unternehmerkapital, con reinvestimento parziale da parte di HAT), Assist Digital (digital crm technology, ceduta ad Ardian), GPI spa (health & social care technology, quotata su Euronext Milan), Lutech spa (digital, technology & system integrator, ceduta ad Apax Partners), Wiit spa (cloud computing, quotata su Euronext Star Milan).
In particolare, il fondo HAT Technology Fund 4 ha sinora realizzato un IRR del 55%, grazie a due exit, cioé: Advice Group (attiva nel segmento martech e behavioral loyalty, venduta a Tech 2, veicolo societario partecipato che fa capo al dal club deal Aegida e al fondo Metrika Tech, gestito da Metrika sgr con l’advisory esclusiva di ABC Capital Partners) e Burke & Burke (med tech ceduta a GADA, controllata dal gruppo spagnolo Palex Medical, che a sua volta fa capo ai fondi Fremman Capital e Apax Partners). Ricordiamo anche che nel 2021 sono arrivati a conclusione il fondo HAT Sistema infrastrutture, con una dotazione di 130 milioni di euro, che ha generato un ritorno pari a 3,1 volte il capitale investito; e il fondo HAT ICT, con strategia di private equity e una dotazione di 50 milioni di euro, che ha generato un ritorno pari 2,5 volte, (si veda altro articolo di BeBeez). Ancora attiva è poi anche HAT Sicaf.