HAT sgr, controllata attraverso Horizon srl da Nino Attanasio (presidente) e Ignazio Castiglioni (ceo), ha annunciato il primo closing per il suo ultimo fondo di private equity HAT Technology Fund 5, lanciato a inizio gennaio (si veda qui il comunicato stampa). Secondo quanto risulta a BeBeez, la cifra raccolta ammonta a 70 milioni, a fronte di un obiettivo finale di 200 milioni di euro.
A credere nel fondo, in questa prima fase, sono stati investitori istituzionali, family office e HNWI italiani ed internazionali, mentre al termine della raccolta il volume totale delle risorse gestite dalla sgr si stima che raggiungerà i 600 milioni di euro complessivi.
Castiglioni ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del risultato della raccolta del primo closing e dell’ampio sostegno ricevuto dai nuovi investitori e da quelli dei nostri precedenti fondi. L’interesse per HAT Technology Fund 5 testimonia la fiducia del mercato nelle capacità del team di creare valore portando avanti con successo la strategia di investimento tematico in tecnologia avviata oltre 15 anni fa, che ci ha permesso di cogliere in anticipo opportunità in un mercato digitale in forte trasformazione”.
E Attanasio ha aggiunto: “Inauguriamo oggi una nuova importante fase nella crescita di HAT. La raccolta del fondo Hat Technology Fund 5 in un contesto macroeconomico complesso testimonia la forte reputazione di HAT nel settore e il riconoscimento della nostra capacità di identificare le opportunità di investimento più promettenti. Grazie a un solido track record e all’ottenimento di rendimenti superiori al valore registrato dai nostri peer europei, HAT è oggi il principale investitore di private equity nel crescente e dinamico mercato tecnologico italiano ed è in grado di attrarre professionalità di grande valore”.
Qualificato articolo 8 (prodotto che promuove caratteristiche di sostenibilità) ai sensi della regolamentazione europea SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) e conforme alla disciplina italiana dei PIR alternativi, HAT Technology Fund 5 investirà in 8-12 aziende italiane che operano in settori strategici ad alto potenziale di crescita nel mercato TMT (technology, media & entertainment, telecommunications), con particolare attenzione all’intelligenza artificiale, al software e all’automazione e robotica. Il fondo effettuerà operazioni di expansion capital e buyout, con ticket di investimento per singola azienda tra 10 e 30 milioni di euro.
Il fondo si avvale di un team di gestione altamente specializzato, composto da Attanasio, Castiglioni, Marco Costaguta e Adriano Adriani, coadiuvati da alcuni analisti che affiancheranno le aziende nel loro intero percorso di sviluppo. Le scelte di investimento verranno effettuate anche con il supporto di uno strategic committee internazionale altamente qualificato, con pluriennale esperienza nel settore di riferimento e con competenze complementari, al quale si aggiungeranno Alberto Sangiovanni Vincentelli (professore presso l’Università della California a Berkeley), Giorgio Metta (direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia tra i massimi competenti italiani nel campo dell’intelligenza artificiale), e Samele Pasi (investment banker e manager).
Nata nel 2007, HAT vanta un track record di successo contrassegnato da oltre 90 investimenti diretti e indiretti attraverso le società in portafoglio, con ritorni superiori anche a 5 volte i capitali investiti. Tra questi, SIA spa (soluzioni it e tecnologie per il settore bancario e finanziario, ceduta e fusa per incorporazione in Nexi), Safety21 spa (smart mobility, venduta al private equity tedesco Bregal Unternehmerkapital, con reinvestimento parziale da parte di HAT), Assist Digital (digital crm technology, ceduta ad Ardian), GPI spa (health & social care technology, quotata su Euronext Milan), Lutech spa (digital, technology & system integrator, ceduta ad Apax Partners), Wiit spa (cloud computing, quotata su Euronext Star Milan)
In particolare, il fondo HAT Technology Fund 4 ha sinora realizzato un IRR del 55%, grazie a due exit, cioé: Advice Group (attiva nel segmento martech e behavioral loyalty, venduta a Tech 2, veicolo societario partecipato che fa capo al dal club deal Aegida e al fondo Metrika Tech, gestito da Metrika sgr con l’advisory esclusiva di ABC Capital Partners) e Burke & Burke (med tech ceduta a GADA, controllata dal gruppo spagnolo Palex Medical, che a sua volta fa capo ai fondi Fremman Capital e Apax Partners). Ricordiamo anche che nel 2021 sono arrivati a conclusione il Fondo HAT Sistema infrastrutture, con una dotazione di 130 milioni di euro, che ha generato un ritorno pari a 3,1 volte il capitale investito; e il Fondo HAT ICT, con strategia di private equity e una dotazione di 50 milioni di euro, che ha generato un ritorno pari 2,5 volte. (si veda altro articolo di BeBeez). Ancora attiva è poi anche HAT Sicaf.
E proprio l’ultimo investimento annunciato riguarda una partecipata di HAT Sicaf, cioé Primat spa, società lecchese specializzata nei trattamenti superficiali e nella verniciatura anti-corrosione di viti e bulloni principalmente nel settore automotive, controllata da Tendercapital. Lo scorso maggio 2023, infatti, Primat è entrata nel capitale dell’americana Curtis Metal Finishing con una quota di maggioranza del 65% (si veda altro articolo di BeBeez), al fianco del fondo di private equity HCI Equity Partners IV, che continuerà a detenere una partecipazione significativa. Contemporaneamente in Italia Primat ha rilevato il 97,5% del capitale di Vi.Pi.Effe Pen, con il socio Luca Pin che resterà nel capitale del gruppo con una residua quota di minoranza.