Fondo Italiano d’Investimento SGR (FII sgr) e Armònia SGR si sono impegnate ad acquisire la maggioranza del Gruppo Quick (sinora controllata dalla famiglia Marzucco), leader italiano nella produzione e commercializzazione di equipaggiamenti per la nautica da diporto (si veda qui il comunicato stampa).
Ethica Group attraverso la controllata Ethica Corporate Finance ha agito in qualità di advisor finanziario al fianco dei venditori. Gli aspetti legali sono stati seguiti da Gatti Pavesi Bianchi Ludovici. Ad assistere il Fondo italiano d’investimento e Armònia sono stati Labs Corporate Finance per gli aspetti finanziari, Gitti & Partners, Gianni & Origoni per quelli legali, mentre la business due diligence è stata curata da Ltp Oc&C e Deloitte. Ey e Deloitte si sono occupate della due diligence contabile mentre Rdr Associati e Foglia & Partners di quella fiscale.
A finanziare l’operazione sono state Banco Bpm e Bper Banca, assistite dallo studio Molinari Agostinelli.
L’operazione, effettuata dal Fondo italiano consolidamento e crescita (Ficc) e dall’Armònia Italy Fund, punta a dare ulteriore spinta alla crescita del gruppo Quick, da perseguire con l’espanzione all’estero all’interno di una delle filiere di eccellenza del made in Italy.
Nata nel 1983 su iniziativa della famiglia Marzucco, Quick è oggi, anche grazie a numerose acquisizioni, un brand consolidato nella fornitura di componenti innovativi per i principali cantieri nautici, sia per il primo impianto che per il refit, con presenza geografica capillare e presidio diretto nei principali mercati internazionali (Italia, Regno Unito e Stati Uniti). Il gruppo, in particolare, è specializzato nella produzione di stabilizzatori giroscopici, sistemi di manovra, salpancora, illuminazione, carica batterie e inverter, boilers e relativi accessori per yacht e superyachts, a vela e a motore. Quick è stata, inoltre, tra i primi player al mondo a presentare al mercato un’ampia gamma di stabilizzatori giroscopici (MC2 Quick Gyro) in grado di ridurre il rollio dell’imbarcazione fino al 95%. Al momento, il range di stabilizzatori MC2 Quick Gyro è il più esteso sul mercato: dal modello X2 fino all’X75 per imbarcazioni fino a 250 tonnellate.
Grazie all’integrazione verticale del processo produttivo, all’ampiezza dell’offerta commerciale e al know-how tecnologico maturato nel corso degli anni, Quick rappresenta un’eccellente base di aggregazione ed è ben posizionata per sfruttare il favorevole trend di mercato della nautica, iniziato a seguito della crisi pandemica.
Il Gruppo Quick, che ha il proprio quartier generale a Piangipane di Ravenna, ha due sedi estere negli Stati Uniti (Linthicum, Maryland) e in Gran Bretagna (Holbury, Southampton), oltre all’officina meccanica CATT adiacente agli stabilimenti ravennati, conta complessivamente circa 270 dipendenti e stima di chiudere l’esercizio in corso con un fatturato consolidato superiore ai 65 milioni di euro.
La famiglia Marzucco rimarrà al vertice dell’azienda, dando così continuità a una storia di successo imprenditoriale, ora rafforzata ulteriormente dal contributo di FII e Armònia che apporteranno competenze complementari e network di esperti di settore al fine di accrescere le opportunità di sviluppo per Quick.
Davide Bertone, ad di Fondo Italiano d’Investimento afferma: “Con questa operazione Fondo Italiano d’Investimento ha dato il via a un progetto di aggregazione nella nautica da diporto, settore strategico per visibilità internazionale e contributo alla difesa del Made in Italy. In partnership con i Marzucco e Armònia, intendiamo dare vita a un campione nazionale in grado di imporsi nei mercati internazionali”.
Alessandro Grimaldi, ad di Armònia afferma: “Con l’ingresso nell’azionariato di controllo di Quick, insieme a Fondo Italiano d’Investimento, Armònia Italy Fund prosegue nella sua strategia d’investimento accanto agli imprenditori, finalizzata alla creazione di aziende leader nei loro mercati di riferimento”.
Michele Marzucco, ad di Quick, ha dichiarato: “L’ingresso di Fondo Italiano d’Investimento e di Armònia nel capitale di Quick è un passo importante nel nostro percorso di crescita. Siamo convinti di aver trovato un partner strategico che ci possa aiutare a diventare un punto di riferimento per la nautica globale sposando i valori che ci hanno accompagnato fino ad oggi: innovazione continua, assistenza capillare, vicinanza al cliente e rispetto verso i nostri collaboratori”.
D’altra parte le aggrgazioni in ottica buy and build sono parte del Dna del Ficc. Guidato dai senior partner Gianpaolo Di Dio, Aldo Di Bernardo e Marzia Bartolomei Corsi, il fondo è focalizzato su operazioni di aggregazione e crescita, finalizzate a sostenere lo sviluppo e l’internazionalizzazione di pmi di eccellenza dell’industria italiana e al consolidamento di filiere frammentate, coniugando strumenti finanziari di mercato e una missione di impatto sul sistema. Il fondo, con una dotazione di circa 500 milioni di euro, vede tra le proprie partecipate Marval (componenti motori per macchine agricole e movimento terra, attivo anche nelle propulsioni verdi come il gas naturale, con una forte presenza in Asia), C2Mac Group (gruppo attivo nelle fusioni complesse e nelle lavorazioni meccaniche per il settore dell’oleodinamica), Maticmind (player italiano nei servizi legati a installazione, configurazione e gestione di reti digitali complesse), gruppo Florence (aggregazione di aziende nel settore della manifattura di abbigliamento per i brand del lusso) e gruppo Mecaer (equipaggiamento aeronautico principalmente per elicotteri e business jet). Tutte aziende protagoniste di processi di aggregazione, realizzati o progettati.
Ricordiamo che FII sgr è guidata dall’ad Davide Bertone (ex Mediobanca) dalla fine di maggio 2022 (si veda altro articolo BeBeez). Nato nel 2010 su iniziativa del ministero dell’Economia e delle finanze (Mefr) e partecipato in maggioranza da Cassa Depositi e Prestiti (Cdp Equity) con una quota attuale pari al 55%, dopo essere arrivata a detenere anche il 68% a fine 2019 grazie all’acquisto del 25% da Banca Monte dei Paschi di Siena e DEPObank (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia lo scorso marzo la quota è scesa appunto al 55% avendo CDP Equity ceduto il 13%, assieme a Confindustria (prima al 3,5%) che è uscita dall’azionariato, a Fondazione ENPAM, Fondazione ENPAIA (ora entrambe con il 5%), e a Banco BPM e BPER (queste ultime con il 3,25%) (si veda altro articolo di BeBeez). Il resto del capitale fa capo ad Abi (3,5%), Intesa Sanpaolo e Unicredit (ciascuna con il 12,5%).
I nuovi azionisti saranno anche tra i corner investor dei nuovi fondi FII in rampa di lancio e finalizzati a sostenere lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, secondo quanto previsto dallo stesso Piano Industriale di FII sgr. In questo quadro si inserisce anche l’ampliamento del Cda 13 membri rispetto agli attuali 11, che si accompagna all’introduzione di un Advisory Board con funzioni consultive relative soprattutto alla definizione delle politiche di investimento e asset allocation, a beneficio dell’attività del CdA. L’Advisory Board sarà composto da 8 membri, ciascuno designato da un socio.
Ovviamente questo sviluppo avviene in armonia con l’evoluzione della strategia della stessa Cdp. Proprio per allineare alle proprie strategie, che rispecchiano le linee guida di politica economica (l’82% di Cdp è del Tesoro), quelle di FII e dei fondi da essa gestiti (in cui Cdp è tra i principali investitori), l’ente guidato dallo scorso giugno dall’ex vicepresidente della BEI Dario Scannapieco (si veda altro articolo di BeBeez) era salito al controllo della sgr. E nella nuova strategia di Cdp, inaugurata con l’arrivo di Scannapieco, si inserisce il Patrimonio Rilancio (si veda altro articolo di BeBeez), il fondo straordinario da 40 miliardi di euro del Ministero dell’Economia e delle Finanze previsto dall’art. 27 del Decreto Rilancio e approvato lo scorso giugno dall’assemblea di Cdp, che ha anche stabilito che il fondo, il cui obiettivo è ricapitalizzare le medie e grandi imprese italiane, sarà gestito da Cdp nell’ambito di un patrimonio del tutto autonomo e separato, con FII verosimilmente chiamata a giocare un ruolo chiave. E’ in tale contesto che avviene l’avvicendamento al timone tra una personalità più strettamente di mercato come Pace (che proviene dagli hedge fund di Morgan Stanley) e Bertone, che i 20 anni a Mediobanca (in pratica tutto il post Cuccia) rendono più adatto a operazioni “di sistema”.
Con oltre 330 società in portafoglio, FII sgr è oggi il più grande investitore istituzionale di private capital in Italia orientato a sostenere la competitività del sistema industriale nazionale, supportando la crescita delle imprese italiane e contribuendo allo sviluppo dell’economia reale del Paese. Gestisce tredici fondi di investimento mobiliari chiusi, riservati a investitori qualificati, per un totale di asset under management target pari a oltre 3 miliardi di euro. Nel dettaglio, otto sonofondi di fondi, di cui tre dedicati al comparto del private equity, due al venture capital e altri tre riservati al private debt. Mentre cinque sono fondi di investimento diretto.
Armònia dal canto suo è una società di gestione indipendente, partecipata e controllata dai manager, regolata e vigilata dalla Banca d’Italia e dalla Consob. E’ nata nel 2015 per iniziativa dell’imprenditore farmaceutico Luca Rovati, da Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini, da Alessandro Grimaldi (ex senior partner e cofondatore di Clessidra sgr, da anni vicino alla famiglia Diaz), da Francesco Chiappetta (ex capo dell’ufficio legale di Pirelli e avvocato di fiducia di Marco Tronchetti Provera) e Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont. A giugno dello scorso anno Manuel Catalano, ex di Morgan Stanley e Clessidra, è entrato in Armonia sgr come vicepresidente (si veda altro articolo di BeBeez).
Il fondo Armònia Italy Fund conta partecipazioni di controllo in Alberto Aspesi (moda), Estendo (servizi di assistenza post vendita nel settore degli elettrodomestici), BioDue (nutraceutica), Arrigoni (reti e protezioni per le colture nel mondo agricolo) e Induplast (packaging cosmetico) e una quota di minoranza in GSA (servizi antincendio).
Ricordiamo che Arrigoni, il cui 70% è in portafoglio ad Armònia dall’agosto 2020 (si veda altro articolo di BeBeez), a gennaio di quest’anno ha annunciato l’acquisizione di Lirsa, produttrice di attrezzature per uso agricolo e industriale, realizzate mediante trasformazione di materie plastiche (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso marzo, il Fondo Cresci al Sud, gestito da Invitalia e dedicato alle pmi del Sud Italia, ha acquisito il 31,85% del capitale di Lirsa (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato stampa), affiancando così nel capitale Arrigoni.
L’ultima operazione, in ordine di tempo, è l’accordo vincolante per l’acquisto della maggioranza (85%) di Riva e Mariani Group spa, tra le principali realtà italiane dell’impiantistica industriale. A seguito dell’accordo il fondo Armònia Italy ha l’85% della società, mentre la restante quota resterà in capo alle famiglie fondatrici (si veda qui il comunicato stampa di Armònia).