Dopo che Il Tribunale di Bologna a inizio luglio ha decretato il fallimento di SECI, la holding della famiglia Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez), i grandi fondi specializzati in credito distressed non sono rimasti con le mani in mano.
Il tutto mentre nei giorni scorsi lo stesso Tribunale di Bologna, dopo l’udienza del 21 settembre, ha sciolto la riserva e ha finalmente ammesso Officine Maccaferri alla procedura di concordato preventivo, dopo che lo scorso luglio Officine Maccaferri aveva depositato un’ultima nuova versione del piano concordatario (si veda altro articolo di BeBeez). Ora il prossimo appuntamento è fissato per il 16 febbraio 2022 con l’adunanza e il voto dei creditori (si veda qui Il Resto del Carlino). La stessa cosa è avvenuta per Samputensili Cutting Tools con il Tribunale che ha ammesso la società controllata da SECI alla procedura di concordato preventivo (si veda qui Il Resto del Carlino) sulla base di un piano che prevede che l’attuale socio di minoranza americano Start-Cutter sottoscriva un aumento di capitale che lo porti al 75%, così come già ipotizzato poco meno di un anno fa (si veda altro articolo di BeBeez). L’adunanza dei creditori è stata fissata il 24 febbraio 2022.
Tornando alla controllante SECI, già a luglio, contestualmente alla dichiarazione di fallimento, BeBeez aveva riferito che Apollo Global Management aveva comprato crediti SECI dalle banche dopo che la famiglia Maccaferri aveva respinto al mittente la proposta di salvataggio fatta recapitare da Apollo attraverso il suo advisor esclusivo per l’Italia Apeiron Management (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, per esempio, Apollo ha comprato i crediti verso SECI e varie sue controllate da Banco BPM, sottoscrivendo note di cartolarizzazione emesse da Armonia spv (si veda qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale), così come da Intesa Sanpaolo (si veda qui l’avviso in Gazzetta Ufficiale). Armonia spv srl è lo stesso veicolo di cartolarizzazione che Aperion aveva utilizzato per acquistare il crediti di Grandi Lavori Fincosit (si veda altro articolo di BeBeez e qui il comunicato dei legali con il nome dei veicolo). Così appunto Apollo, attraverso Apeiron, ha comprato a forte sconto dalle banche e altri creditori finanziari una bella fetta di crediti verso SECI e ora resta in attesa degli eventi, posizionatosi quindi come uno dei principali interlocutori della procedura.
Ricordiamo che SECI è gravata da un debito complessivo lordo di circa 750 milioni, di cui circa 500 milioni sono debiti finanziari, comprese obbligazioni per 90 milioni di euro. Per contro, tra gli asset della società, che attira l’interesse dei fondi, c’è soprattutto il 51% di Manifatture Sigaro Toscano (MST), che non è stata toccata dalla crisi della casa-madre. L’anno scorso MST ha chiuso il bilancio 2020 con 106 milioni di euro di ricavi (da 106,4 milioni nel 2019), un ebitda di 34,2 milioni (da 34,7 milioni) e un debito finanziario netto di 49,1 milioni (da 51,4 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Non a caso Apollo non è l’unico fondo a voler rientrare sul deal passando dall’acquisizione dei crediti dalle banche. Secondo quanto riferisce infatti Reorg, sarebbe attualmente in corso un’asta per i 120 milioni lordi di crediti SECI in portafoglio a Unicredit. Sul dossier ci sarebbero, oltre ancora una volta ad Apollo, anche SC Lowy, Europa Investimenti e Taconic.
Ricordiamo, in particolare, che Europa Investimenti aveva affiancato la famiglia Maccaferri nel piano concordatario depositato al Tribunale di Bologna lo scorso maggio, piano che poi però non ha appunto convinto i giudici, che hanno decretato il fallimento della società. Dalla lettura della sentenza di fallimento si evince che Europa Investimenti si sarebbe offerto come acquirente dei crediti chirografari al 15,5%, per quei creditori che avessero voluto liquidare i loro crediti nei 180 giorni successivi all’omologa del concordato e non avessero voluto attendere i tempi più lunghi della procedura (31 dicembre 2024) per ottenere un rimborso al 17,7%. Le acquisizioni sarebbero state condotte attraverso il fondo SGT ACO Umbrella (Italy) Fund gestito da Sagitta sgr, la società di gestione di fondi mobiliari e immobiliari, passata sotto il controllo di Europa Investimenti a fine 2017, che a sua volta nel marzo 2018 è passata sotto il controllo di Arrow Global Group plc, uno dei principali investitori e gestori di debito in Europa quotato al London Stock Exchange (si veda altro articolo di BeBeez). Non solo. Il fondo di Sagitta si impegnava, ma non in maniera vincolante, a rifinanziare il prestito obbligazionario SECI da 90 milioni di euro a scadenza 2023 che è garantito da azioni della controllata Manifatture Sigaro Toscano (si veda altro articolo di BeBeez).
Anche Taconic Capital è una vecchia conoscenza di SECI. Sul tavolo della società era infatti arrivata in precedenza anche un’offerta di questo fondo, che già lo scorso anno aveva proposto un finanziamento da 90 milioni di euro per pagare in parte i creditori e soprattutto per rimborsare in parte il bond da 90 milioni di euro emesso nel febbraio 2019 dalla stessa Seci. Ma le trattative erano finite con un nulla di fatto (si veda altro articolo di BeBeez).
SC Lowy, infine, è una new entry sul fronte SECI, sebbene sia invece comunque vicina al gruppo. A inizio luglio Reorg aveva rivelato infatti che un il gruppo bancario di Hong Kong specializzato in credito distressed aveva comprato a sconto la maggioranza dei 30 milioni di euro di strumenti finanziari partecipativi di Agriholding srl, che per il resto sono detenuti dalla famiglia Maccaferri. Agriholding detiene il 50% di Powercrop srl, joint venture con Enel Green Power dedicata alle energie rinnovabili, e deteneva Agripower, che nell’ottobre 2020 è stata ceduta ad A2A (si veda altro articolo di BeBeez). A fine luglio, invece, Solution Bank, la ex Credito di Romagna, controllata da SC Lowy, ha erogato a Officine Maccaferri una linea di credito da 10 milioni di euro in tandem con Banca Privata Leasing, che a sua volta ha erogato una linea di analoga cifra (si veda altro articolo di BeBeez). Le nuove risorse, autorizzate dal Tribunale di Bologna con decreto del 16 luglio, servono al mantenimento della continuità aziendale di Officine Maccaferri, fornendo la liquidità necessaria fino all’ottenimento dell’omologa del concordato sponsorizzata da Ad Hoc Group, consorzio di investitori composto da Carlyle, Man GLG e Stellex Capital (AHG).
Ricordiamo che l’Ad Hoc Group si era aggiudicato il 100% del capitale sociale di Officine Maccaferri a seguito dell’asta indetta dal Tribunale a inizio dicembre 2020, e si era impegnato a ricapitalizzare il gruppo al momento dell’ottenimento dell’omologa con le risorse necessarie a dare atto al piano concordatario (si veda altro articolo di BeBeez). Ma alla fine dello scorso dicembre, il Tribunale aveva bocciato per la seconda volta il piano di AHG per Officine Maccaferri, attualmente in concordato con riserva. Infatti nel maggio 2020 l’azienda aveva depositato presso il Tribunale di Bologna una prima richiesta di concordato preventivo con riserva, dopo aver sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori di Ad Hoc Group (si veda altro articolo di BeBeez). Questi ultimi avevano presentato un primo piano di ristrutturazione di Officine Maccaferri che prevedeva l’erogazione di nuova finanza prededucibile per 60 milioni da parte del fondo e dei e suoi coinvestitori a favore di Officine Maccaferri. Il piano però non era piaciuto al Tribunale di Bologna, che aveva chiesto così delle modifiche (si veda altro articolo di BeBeez). Ma neanche la seconda versione del piano aveva incontrato il gradimento dei giudici bolognesi, che avevano contestato il prestito ponte da 40 milioni che avrebbe dovuto garantire la continuità aziendale di Officine Maccaferri. Il tribunale aveva infatti sottolineato una serie di costi occulti, la presenza di contratti collaterali con rimandi al diritto inglese, garanzie su altre società del Gruppo Maccaferri che non possono essere concesse, potenziali conflitti di interesse che danneggerebbero gli altri creditori (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso luglio Officine Maccaferri aveva depositato un’ultima nuova versione del piano concordatario (si veda altro articolo di BeBeez), che finalmente, come detto sopra, ha appunto incontrato il benestare del Tribunale.