I capitali in gestione agli Eltif in Europa si collocavano in un range tra i 7,2 e i 7,7 miliardi di euro a fine 2021, in grande crescita dai 2,4 miliardi stimati a fine aprile 2021. Il dato emerge da un sondaggio tra gli operatori di mercato condotto da Scope Ratings (si veda qui European ELTIF Study Market Development and Perspectives) tra novembre 2021 e marzo 2022 e che si basa sui dati di 43 dei 53 Eltif registrati e commercializzati in Europa e che sono offerti da 31 diversi gestori patrimoniali. Il volume dei 43 Eltif per i quali sono disponibili dati dettagliati ammontava appunto a 7 miliardi di euro alla fine del 2021 e Scope stima il volume dei restanti 10 Eltif tra 200 e 700 milioni di euro. Ma il dato più interessante è che la fetta di mercato più importante in termini di volumi è rappresentata dai 28 Eltif collocati in Italia (alcuni dei quali non di diritto italiano), che in totale hanno raggiunto 1,83 miliardi di euro, seguiti dagli Eltif collocati in Francia (1,61 miliardi) e poi a grande distanza da quelli collocati in Germania (870 milioni). Il numero degli Eltif di diritto italiano commercializzati solo in Italia è invece di 10, meno dei 18 Eltif di diritto francese e dei 23 di diritto lussemburghese.
In particolare, tra gli strumenti preferiti dagli investitori c’è il private debt che si dimostra essere l’asset class più rappresentata, con il 36% dei volumi. Il secondo segmento è quello delle infrastrutture con il 31%. Seguono il private equity con il 26% e il restante 7% in altre asset class. Quasi la metà del capitale degli Eltif (46%) è collocato su prodotti riservati agli investitori professionali, il 54% è investito in prodotti accessibili sia alla clientela retail sia a quella professionale. Tra i gestori più attivi, che offrono i loro prodotti anche agli investitori privati ci sono Amundi, Azimut, BlackRock, Commerz Real, Muzinich e Partners Group.
Cosa potrebbe servire per stimolare lo sviluppo di questo strumento? Secondo Scope, un motore di crescita per il mercato degli Eltif potrebbe essere rappresentato dalle modifiche legali attualmente in discussione nell’Ue, che hanno l’obiettivo di ottimizzare il quadro per l’offerta e la distribuzione degli Eltif, riducendone le restrizioni. Inoltre, la creazione di un mercato secondario sarebbe vantaggiosa, poiché clienti privati di alto standing, in particolare, a volte vedono l’illiquidità della maggior parte dei prodotti Eltif come un ostacolo.
Ricordiamo in proposito che lo scorso novembre la Commissione europea ha adottato un pacchetto di nuove misure in tema di Capital Markets Union, che riguardano, tra l’altro, proprio una revisione al regolamento sugli ELTIF, in particolare prevedendo l’eliminazione della soglia minima di accesso di 10 mila euro. Le proposte presentate dalla Commissione dovranno essere ora discusse dal Parlamento Europeo (si veda altro articolo di BeBeez). Allora, in uno studio a supporto della proposta regolamentare, la Commissione aveva calcolato che fossero stati autorizzati alla commercializzazione in Europa 57 Eltif e che di questi ben 22 fossero distribuiti in Italia, che era il paese con il maggior numero di ELTIF distribuiti (si veda qui la presentazione della Commissione).
Ricordiamo che gli Eltif sono stati lanciati in Europa nel 2011 ma introdotti in Italia nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora, molta strada è stata percorsa e i principali operatori ne hanno lanciati sempre di più, dando modo al risparmio privato di avvicinarsi al capitale e al debito di aziende non quotate (si veda altro articolo di BeBeez). L’esperienza italiana, infatti, mostra che gli incentivi fiscali possono essere un volano importante di crescita per il mercato degli Eltif.
In Italia l’ultimo Eltif lanciato è stato quello del gestore americano Neuberger Berman che lo scorso febbraio ha iniziato il collocamento del suo secondo veicolo di questo tipo, l’NB Direct Private Equity Fund 2022 Eltif (si veda qui altro articolo di BeBeez). Il fondo, di cui non è stato reso noto l’obiettivo di raccolta, investirà in varie strategie di private equity, in particolare in buyout e in special situation (su base opportunistica) e growth capital, ma non sono esclusi gli asset legati al credito. Gli investimenti diretti di private equity avverranno principalmente in società con sede in Europa e Nord America, e in misura minore in Asia e America Latina. La soglia d’investimento minima del fondo è di 25 mila euro per gli investitori europei e l’Eltif sarà acquistabile da investitori retail con servizio di consulenza e investitori professionali dal 28 gennaio al 31 agosto 2022. Il lancio di Eltif II segue quello di Eltif I nel maggio scorso 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), che aveva raccolto 149,2 milioni di euro (169 milioni di dollari) durante il periodo di offerta, della durata di sei mesi dal lancio, e che alla fine dello scorso anno aveva già investito in 12 società.
Ricordiamo inoltre che all’inizio dell’anno Amundi ha lanciato l’Eltif Private Investment Capital Opportunity (Epico), distribuito in esclusiva dal Gruppo Unicredit e la cui componente di private equity è gestita in delega proprio da Neuberger Berman, mentre la componente costituita da strumenti liquidi di natura monetaria e titoli di debito societari, quotati e non quotati, è gestita direttamente da Amundi Private Equity Funds. Il veicolo ha un ciclo di vita di 7 anni dalla prima data di chiusura delle sottoscrizioni (30 marzo 2022) ed è disponibile in diverse classi di azioni, di cui la A e la E presentano soglie minime di ingresso rispettivamente di 11 mila e 100 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Amundi e Unicredit avevano già lanciato insieme un primo Eltif nel febbraio 2020: l’Amundi Eltif Leveraged Loans Europe (Amundi ELLE), gestito da Amundi (si veda altro articolo di BeBeez), la cui prima finestra di sottoscrizione si era chiusa nel marzo successivo (si veda altro articolo di BeBeez). Ma si trattava di uno strumento pensato per i clienti con patrimoni tra 1 e 2 milioni di euro.
In generale, è un momento di forte accelerazione per l’attività degli Eltif. Lo scorso novembre 2021 quello promosso da Cordusio Sim ed Equita, Smart Capital Eltif, ha annunciato il primo closing a 50 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre a novembre l’Eltif gestito in tandem da Muzinich e Azimut, AZ Eltif Capital Solutions, aveva partecipato al finanziamento, per la parte debito, da 18 milioni di euro della seteria comasca Canepa, oggi in uscita da una lunga crisi finanziaria (si veda altro articolo di BeBeez). Ancora lo scorso novembre Kais Renaissance Eltif, promosso da Kairos Partners sgr, ha investito circa 3 milioni euro in Star7, punto di riferimento a livello internazionale nel settore dell’informazione di prodotto (si veda altro articolo di BeBeez). L’Eltif è stato sottoscritto fra settembre 2020 e il 31 marzo 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo il lancio del novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Senza ovviamente dimenticare l’intensa attività di ALICrowd, lanciato da Azimut nel marzo 2020: il primo Eltif di venture capital che consente agli investitori privati di accedere alle più interessanti startup e pmi innovative, protagoniste dello sviluppo tecnologico industriale e digitale made in Italy e che utilizza la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd per selezionare le società in cui investire (si veda altro articolo di BeBeez). ALICrowd ha sinora finanziato 26 progetti con quasi 20 milioni investiti. Tra questi, ricordiamo quelli in Ami Poké, PunchLab, WeTaxi , Fabbricatorino, L’Orto di Jack, Fessura, Kippy, The Perfect Cocktail, LireCento, MioAssicuratore, Pharmercure, Yocabé, Orapesce, Switcho, Dishcovery, Zappyrent, EasyPol, Deesup.. Azimut e Mamacrowd hanno poi annunciato il prossimo lancio del fondo ALICrowd2, approvato a fine dicembre dalla CSSF, la Commision de Surveillance du Secteur Financier, con un target di raccolta di 35 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).